Gibson getta la spugna, icona delle chitarre rock in bancarotta

NEW YORK. – Hanno fatto la storia del rock ma non è bastato: le chitarre Gibson gettano la spugna e fanno ricorso al Chapter 11, la bancarotta assistita Usa. I debiti, le acquisizioni azzardate e le regole più stringenti per le importazioni di palissandro piegano il marchio icona delle chitarre americane. Sono state usate da leggende del blues e del jazz prima di consegnarsi al mito tra le mani di Elvis Presley, Jimmi Hendrix, Bob Dylan, Eric Clapton, John Lennon. E questa è solo una minima parte degli immensi artisti che hanno scelto il suono della Les Paul, la chitarra elettrica simbolo di generazioni di musicisti insieme alla Fender Stratocaste.

Una storia gloriosa quella di Gibson, per quasi 120 anni protagonista indiscussa della musica. Negli ultimi però è sopraggiunta la crisi frutto dei costosi tentativi di diversificare la sua attività, fra i quali l’accordo nel 2014 con l’olandese Philips per trasformarsi nella ”migliore società al mondo per il lifestyle della musica”. L’intesa però non ha portato i risultati sperati, anzi è diventata una zavorra per l’intero gruppo. Da allora i problemi sono andati crescendo, cosi’ come i debiti, schizzati fino a 500 milioni di dollari. La bancarotta si è quindi presentata come l’unica alternativa possibile per ristrutturarsi e rilanciarsi.

Nell’ambito del Chapter 11 Gibson ha ottenuto un finanziamento di 135 milioni di dollari che le consentirà di avere sufficiente liquidità a disposizione per continuare a operare. ”Negli ultimi 12 mesi abbiamo compiuto sostanziali passi per una ristrutturazione operativa. La decisione di concentrarci sulle nostre attività core, ovvero gli strumenti musicali, riteniamo assicurerà alla società stabilità e un buono stato di salute finanziario” afferma l’amministratore delegato Henry Juszkiewicz, che controlla il 36% di Gibson.

Parole che puntano a rassicurare i fornitori e i clienti di Gibson, che produce anche i pianoforti Wurlitzer e le percussioni Slingerland. Emergeremo “dal Chapter 11 con meno debito e una piattaforma più snella e forte concentrata sugli strumenti musicali che consentirà alla società, ai suoi dipendenti e ai clienti di avere successo” afferma Gibson nella documentazione depositata in tribunale, nella quale si mette in evidenza come il processo di bancarotta sarà ”praticamente invisibile per i clienti”.

La società si libererà delle divisioni non redditizie che l’hanno affondata concentrandosi sulle attività che invece ne hanno fatto il successo. Sta di fatto che la Gibson così come è stata finora conosciuta cambierà pelle, provando con la riorganizzazione a ripresentarsi sul mercato e continuare la sua storia di successo.