Abu Mazen: “La Shoah causata dagli ebrei”. Ira Israele

TEL AVIV. – Bufera sul presidente palestinese Abu Mazen. Le sue affermazioni sulla Shoah causata da alcuni “comportamenti sociali” degli ebrei e non dall’antisemitismo hanno provocato la reazione “disgustata” di Israele, che lo ha definito “un antisemita e un negazionista”.

Anche l’Ue, la Germania e l’Onu hanno condannato il leader dell’Anp. In un lungo discorso al Consiglio nazionale palestinese Abu Mazen (83 anni), non nuovo a simili uscite, ha dapprima negato che esista una relazione fra gli ebrei e la terra di Israele, definendo lo Stato ebraico un “prodotto coloniale” britannico. Poi – citando “tre scrittori ebrei” di cui però non ha fatto il nome – ha sostenuto che le persecuzioni antisemite, Shoah compresa, sono state un prodotto dei “comportamenti sociali” degli ebrei, come “l’usura, le banche e cose del genere”.

Parole subito respinte al mittente: “Il presidente palestinese – ha tuonato il ministero degli Esteri a Gerusalemme – si è espresso in una maniera che può essere definita solo come antisemita e negazionista della Shoah”. Subito dopo il premier Benyamin Netanyahu ha attaccato “l’ignoranza” e la “sfrontatezza” con cui Abu Mazen ha affermato che “gli ebrei europei sono stati perseguitati e uccisi non in quanto ebrei ma perché davano prestiti ad interesse”. “A quanto pare – ha denunciato – Abu Mazen è ancora un negazionista della Shoah” e un recitatore “di slogan antisemiti”.

Le parole del presidente palestinese – che ha conseguito il dottorato in storia al Collegio Orientale di Mosca nel 1982 con una tesi intitolata ‘Le connessioni tra nazismo e sionismo, 1933-1945’ – hanno spinto l’Ue alla condanna: il suo discorso contiene “commenti inaccettabili sulle origini dell’Olocausto e sulla legittimità di Israele”. “Tale retorica – ha osservato il portavoce del servizio di azione esterna della Ue, Eeas – gioverà solo a quelli che non vogliono una soluzione a due Stati, che il presidente Abu Mazen ha ripetutamente sostenuto”.

L’Ue, ha insistito il portavoce, “rimane impegnata a combattere qualsiasi forma di antisemitismo e qualsiasi tentativo di condonare, giustificare o grossolanamente banalizzare l’Olocausto”. Anche la Germania è intervenuta con il ministro degli Esteri Heiko Maas: il governo tedesco, ha detto, è “contrario a qualsiasi relativizzazione dell’Olocausto”.

La Germania, ha proseguito, è responsabile dei crimini commessi, e “la memoria è per noi un monito che ci dà il compito di combattere qualsiasi forma di antisemitismo nel mondo”. Contro Abu Mazen si è schierato il coordinatore Onu per il processo di pace Nikolay Mladenov, che ha bollato le sue parole come “inaccettabili, profondamente disturbanti e che non servono agli interessi del popolo palestinese o alla pace in Medio Oriente”.

“Negare le connessioni storiche e religiose del popolo ebraico con la terra e i suoi luoghi santi a Gerusalemme è in contrasto con la realtà”. “Abu Mazen ha toccato il fondo”, lo ha liquidato infine l’ambasciatore Usa in Israele David Friedman.

(di Massimo Lomonaco/ANSA)

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