Per nuova Legge elettorale slalom tra i paletti della Corte

Affissioni con le liste elettorali. (Foto archivio)
Affissioni con le liste elettorali. (Foto archivio)

ROMA. – Doppio turno, premio di maggioranza, Mattarellum: sono diverse le ipotesi in campo per metter mano alla legge elettorale, approvata appena lo scorso 26 ottobre, la quarta in 25 anni. Ma le sentenze della Corte Costituzionale del 2014 e del 2017 hanno posto alcuni paletti che limitano il campo di una possibile riforma. Non tutti i modelli elettorali possono essere adottati, a meno che non si modifichi la Costituzione: in particolare la Corte ha già bocciato il ballottaggio nazionale tra i due blocchi più votati e il premio di maggioranza senza soglia minima.

DOPPIO TURNO NAZIONALE

I due partiti o coalizioni più votati si sfidano al ballottaggio, e chi vince governa. La sentenza 35/2017 della Consulta ha però bocciato tale sistema, argomentando che con due Camere c’è la possibilità che i ballottaggi portino a due vincitori diversi. Per optare per tale sistema occorrerebbe quindi una riforma costituzionale per introdurre il monocameralismo o prevedere una sola Camera politica. Ma i tempi di approvazione si allungherebbero a 15-18 mesi.

PREMIO DI MAGGIORANZA

Questo modello assegna un premio che consente di avere la maggioranza dei seggi al partito o alla coalizione più votati. Anche qui non c’è la certezza che in entrambe le Camere il premio scatti per lo stesso soggetto, ma su questo la Corte non ha sollevato obiezioni. La sentenza 1/2017 ha però chiesto che sia indicata una soglia minima per ottenere il premio. E’ la proposta di Fdi e ultimamente della Lega, guardata con sospetto da M5s: lo scontro riguarda due aspetti: la soglia per far scattare il premio e se esso debba andare alla lista o alla coalizione più votata. Fdi e Lega sono per una soglia più bassa (37) e per il premio alla coalizione, M5s per una soglia alta (40) e il premio alla lista.

MATTARELLUM

Il sistema in vigore dal 1994 al 2005, era un uninominale di collegio a turno unico (vince il candidato che ottiene più voti), con recupero proporzionale del 25%. Non c’è la garanzia di un vincitore, visto che anche con il bipolarismo è accaduto che la maggioranza ci fosse in una sola Camera. Però incentiva la semplificazione e le alleanze prima del voto. Penalizzerebbe il Pd e avvantaggerebbe C.destra e M5s, che farebbero il pieno rispettivamente al centro-nord e al Sud. Ed è anche un sistema che non è mai incorso nei rilievi della Corte Costituzionale.

DOPPIO TURNO DI COLLEGIO

E’ il sistema usato in Francia, con collegi uninominali, in cui vince chi ottiene il 50% dei voti; se ciò non accade si tiene un ballottaggio tra i primi due candidati, o tra quelli che superano una soglia (es. 12 o 20%). Anche questo modello non garantisce un vincitore, a meno che, come in Francia, le elezioni politiche siano precedute di un mese dalle Presidenziali (a doppio turno nazionale) che trainano il voto politico. Questo secondo aspetto richiede però una riforma costituzionale che introduca il semipresidenzialismo, come propone Renzi.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

Lascia un commento