Occupati al top dal 2008, giovani meglio dal 2011

Una donna lavorando in officina meccanica.. Inps
Una donna lavorando in officina meccanica.

ROMA. – L’occupazione cresce ancora, riportandosi a marzo ai livelli di quasi dieci anni fa. La rimonta dell’ultimo mese si deve soprattutto ai giovani, che stavolta battono gli over50 segnando il miglior dato dal 2011. In controtendenza anche il boom del lavoro autonomo. Un rilancio dietro cui non è escluso ci sia l’impulso della cosiddetta gig economy, quella che gira intorno ai ‘lavoretti’. Si ferma invece la risalita dei posti a tempo indeterminato.

Nei dati dell’Istat c’è un mercato del lavoro che “si consolida”, come sottolinea il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ma allo stesso tempo cambia volto. Ecco che dopo una sfilza di rialzi l’occupazione femminile segna una battuta d’arresto. Se, infatti, a marzo si contano 62 mila posti in più, che valgono il record dal luglio del 2008, il merito va tutto agli uomini.

Guardando all’età, invece, gli under25 vedono scendere il loro tasso di disoccupazione al 31,7%, il valore più basso da fine 2011. Anche per i giovani più maturi, tra i 25 e i 35 anni, le cose non vanno male, anzi: la crescita dei posti interessa soprattutto questa fascia (+59mila). Soffre invece la classe d’età intermedia. Nel complesso la disoccupazione rimane ancorata all’11,0%, sui minimi dal 2012. Il tasso cela però un aumento del numero delle persone in cerca di un posto (+19 mila).

Tutto si spiega con la riduzione degli inattivi, fuori dal mercato: oltre cento mila in meno in un mese, con l’asticella che raggiunge il valore più basso dal 1977. Una parte, quella fortunata, trova il posto, mentre un’altra si mette in fila. Nonostante ciò in Europa fanno peggio solo Grecia e Spagna. E per quanto la disoccupazione si sia contratta l’Italia è ancora 5 punti sopra il livello pre-crisi. Si confermano anche le tendenze su base annua, con i posti a tempo che segnano un nuovo record storico.

Risulta ancora difficile trovare riscontri puntuali dei nuovi sgravi sulle assunzioni stabili dei giovani. Ed è secondo l’Istat ancora troppo presto per capire a cosa sia dovuto l’exploit del lavoro autonomo. Non sarebbe, però, da scartare l’ipotesi che la spinta arrivi da chi lavora, ad esempio, alle consegne a domicilio. I sindacati sul punto si fanno sentire.

“La qualità del lavoro è diventata una questione da affrontare con estrema urgenza”, dice la Cgil. Sulla stessa linea la Uil che parla di lavori “fuori dalle attuali regolazioni”. Per la leader della Cisl, Annamaria Furlan, i miglioramenti ancora non sono sufficienti e giusto in occasione del Primo maggio, aveva lamentato: “i lavoratori di Amazon, di Foodora e di altre aziende sono sottopagati e senza alcuna tutela”.

(di Marianna Berti/ANSA)

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