Inflazione annua potrebbe arrivare a 100.000%

L’economista Steve Hanke prevede un “gigantesco salto inflazionario” per il Venezuela.
L’economista Steve Hanke prevede un “gigantesco salto inflazionario” per il Venezuela.

Caracas. – Nessuno può tenere le redini dell’inflazione in Venezuela. Quella annuale è passata da 4.966% nel 2017, a 17.968% ad aprile 2018. Se la tendenza continua, si arriverà a fine d’anno con un’inflazione oltre il 100.000%.

Una cifra che spaventa anche l’esperto in questa materia, Steve Hanke che la avrebbe definita come “un gigantesco salto inflazionario.”

Il tasso inter annuale ha superato le previsioni del Fondo Monetario Internazionale per il 2018 che aveva stimato una cifra vicina al 13.864%.

E Il governo rimedia la situazione decretando un nuovo aumento del salario minimo. Il presidente lo ha portato a 2.555.500 BS. (1.000.000 Bs + il buono di alimentazione 1.555.5000 Bs).

Ovalles: “Gli aumenti non producono inflazione”

Gli effetti di un aumento di salario in un sistema inflazionario si conoscono bene. Ma il ministro del Lavoro, Néstor Ovalles, afferma che non incidono sull’inflazione.

Ovalles ha difeso il nuovo salario definendolo “una battaglia che si sta facendo per rafforzare quanto il popolo chiede.”

E dà la colpa dell’inflazione alla speculazione “dilagante” che, stando alle sue parole, è un’arma elettorale per sconfiggere il governo. Dunque, crede che il popolo deve organizzarsi per combattere l’aumento dei prezzi di beni e servizi.

In intervista in un programma della tv di stato VTV, Ovalles ha ricordato che dal 1999 fino a maggio 2018, sono stati decretati 44 aumenti sul salario minimo, 22 dei quali di Maduro.

Carlos López: “L’aumento del salario combatte la guerra economica” 

Il ritornello della guerra economica è il sottofondo di qualsiasi aumento decretato dal governo. Mentre Ovalles afferma che non inciderà sull’inflazione, il coordinatore generale della Centrale Bolivariana Socialista dei Lavoratori (CBST), Carlos López, sostiene che l’incremento vuole combattere la guerra economica che imperversa nel paese.

Secondo il sindacalista, è chiaro chi sia dietro il sabotaggio all’economia venezuelana perché c’è una speculazione “indotta.”

López difende il programma governativo di aiuto alimentare CLAP, spiegando che la maggior parte dei prodotti sono fabbricati nel paese e crede nell’appoggio della gente al governo perché la marcia del 1mo maggio è stata “massiva.”

Ma anche se i portavoce governativi difendono il nuovo incremento, il fatto è che il salario mensile è sceso da 90 a 37 dollari USA, al tasso ufficiale, nel giro di un anno.

L’iperinflazione si mangia gli aumenti

E il terzo aumento decretato da Nicolás Maduro sottintende che il governo riconosce quanto elevata sia l’inflazione nel paese. Il nuovo incremento rappresenta il 95% in più di quello di marzo e il 220% con rispetto a quello di gennaio.

A maggio del 2017 il salario minimo era di 200.021 bs mentre un anno dopo è arrivato a 2 milioni 555.500 bolivares, cioè un 1.177% in più. Ma l’iperinflazione l’ha già liquidato: 30 uova costano 1.180.000 bs; un kilo di caffè, 1.600.000 Bs; più di 2 milioni ci vogliono per un kilo di carne di manzo o pollo; 500 mila per un kilo di pomodori o patate.

I calcoli dell’Assemblea Nazionale

Visto che la Banca centrale del Venezuela non dà cifre officiali riguardo l’andamento dell’economia, la commissione delle finanze dell’AN si è presa la briga di farlo. Le stime hanno indicato per il 2017 un’inflazione pari a 2.616% e quella dei primi quattro mesi del 2018 sarebbe di 453,3%. Ma l’annuale fino a marzo è arrivata a 8.878%.

In caduta libera

Un anno fa il salario minimo, calcolato a dollaro libero era di 30,93 $ (1 $USA equivaleva allora a 6.465 BS) e al cambio officiale era 90,91 $USA. (il DICOM fluttuava tra 1.800 e 2.200 Bs 1 $).

Adesso, equivale a 4,1 $USA al cambio libero e 37 $USA secondo il tasso DICOM che è stato di 69.000 Bs/1$USA.

Con queste cifre, il nuovo stipendio minimo non è sopravvissuto neanche un giorno.

Giancarla Marchi

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