Giornalisti: America Latina, zona a rischio per informazione

Macchina fotografica appoggiata a terra su un manifesto di protesta contro l'assassinio di giornalisti. Honduras
Manifestazione in difesa della libertà d'espressione.

MONTEVIDEO. – L’America Latina è diventata una delle zone più pericolose del mondo per i giornalisti, specialmente quelli che svolgono inchieste sulla corruzione politica e il narcotraffico, e l’alto numero di professionisti dell’informazione uccisi nel subcontinente si spiega per il grado di impunità del quale dispongono i loro assassini. E’ questo il bilancio tracciato dall’International Press Institute (Ipi) nel suo rapporto annuale sui giornalisti vittime della violenza, pubblicato in occasione della Giornata Internazionale per la Libertà di Stampa.

Secondo le cifre raccolte dall’Ipi, negli ultimi 12 mesi 88 giornalisti sono morti a livello mondiale, dei quali 46 sono stati uccisi mentre svolgevano inchieste delicate, 33 mentre coprivano conflitti armati e 9 mentre svolgevano il loro lavoro. Ancora una volta il Messico è risultato il paese con il maggior numero di giornalisti uccisi: 12.

Scott Griffen, vicedirettore di Ipi, ha sottolineato che “il Messico resta il paese più pericoloso al mondo per i giornalisti, perché l’ambiente è diventato più pericoloso per tutti i cittadini, ma anche perché le autorità hanno dimostrato di essere incapaci di risolvere questi casi, alcuni dei quali clamorosi”.

“L’impunità è il vero motivo per il quale ci sono così tanti giornalisti uccisi, è quello che ci fa capire che la giustizia non funziona”, ha aggiunto Griffen, che ha ricordato il caso emblematico di Javier Valdez Cardenas, noto specialista di narcotraffico freddato davanti alla sede del suo ufficio a Culiacan, capitale dello stato di Sinaloa, nel maggio dell’anno scorso.

“E’ passato un anno dall’uccisione di Valdez, in pieno giorno e sulla via pubblica, e non c’è stato nessun progresso nell’inchiesta sul suo omicidio. Disgraziatamente, non possiamo dire che questa sia una novità”, ha concluso il responsabile dell’Ipi.