Governo di tregua in salita, Salvini rilancia a Di Maio

La delegazione del gruppo parlamentare della Lega con Gian Marco Centinaio (S-D), Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, rilascia alcune dichiarazioni alla stampa nella Loggia d'Onore durante il secondo giorno di consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo governo. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – Sparita da ogni tavolo la possibilità di un governo di legislatura, si restringono anche gli spazi di un esecutivo di tregua che metta in sicurezza, con la legge di bilancio, i conti pubblici e poi riporti il Paese alle urne nel 2019.

In vista del terzo, e forse ultimo, giro di consultazioni lunedì al Quirinale, i partiti si posizionano e all’orizzonte sembra stagliarsi solo il voto: se Luigi Di Maio stronca come “tradimento” degli elettori ipotesi tecniche e vede solo le urne, anche Matteo Salvini esclude esecutivi “alla Monti” e tenta un ultimo rilancio con M5S proponendo, come unica alternativa alle elezioni, un governo fino a dicembre “per fare poche cose”, legge elettorale e stop all’aumento dell’Iva in primis.

Basta il clima da campagna elettorale dei vari attori in campo per capire che la legislatura rischia di finire presto. Beppe Grillo dismette il profilo defilato degli ultimi mesi e torna ad indossare gli abiti bellicosi della lotta, rispolverando sul nuovo mensile francese ‘Putsch’ il referendum sull’euro e denunciando “il colpo di Stato” realizzato approvando il Rosatellum “per impedirci di governare”.

A stretto giro, gli ribatte Matteo Renzi con un messaggio anche a uso lotta interna al Pd: “Da quando ha capito che non andranno a Palazzo Chigi hanno sbroccato e ripreso con insulti e follie. Sono orgoglioso di aver contribuito a evitare l’accordo tra il Pd e M5S”.

Parole che rompono, meno di 12 ore dopo, la fragile tregua interna siglata ieri tra i dem. Veti, contro-veti e liti verbali che rendono sempre più complicato il lavoro del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il centrodestra è compatto nella decisione di andare a chiedere al Capo dello Stato il pre-incarico, presumibilmente per Matteo Salvini.

Il leader della Lega, in realtà, non è categorico sul suo nome per “un governo a tempo”, fino a dicembre, con M5S ma netto nell’escludere un “Monti bis”. “Ho dei nomi in testa – dice riunendo il consiglio federale del Carroccio – non necessariamente di leghisti, anche di un non eletto. Ma non darò mai la fiducia a dame di compagnia della commissione europea”.

Per tentare Di Maio, Salvini gli propone anche di rifare insieme la legge elettorale “con un premio alla lista o alla coalizione”. Un esecutivo limitato nel tempo e nella missione con M5S “mai con il Pd, mai con Renzi” è l’unico scenario contemplato dal capo leghista. Altrimenti non restano che le elezioni, il Carroccio non si sobbarcherà il peso di un esecutivo lasciando a M5S la prateria dell’opposizione.

Ma per M5S il discorso è chiuso: “Salvini ha sprecato la migliore occasione della sua vita per fare un governo, altro che di sei mesi. Poteva fare un governo con M5s ma ha deciso di stare con il pluricondannato Silvio Berlusconi”, ribatte il capogruppo Danilo Toninelli. Un rifiuto che delinea la posizione che M5S illustrerà al Capo dello Stato: non esistono altri governi possibili se non quello che contemplano loro.

L’unica strada, a questo punto, è il voto “il prima possibile”, chiarisce Di Maio che ritiene ancora non chiusa la ‘finestra’ del 24 giugno per far tornare il paese alle urne. Se “il governo di tregua nasce è perché Salvini si è alleato con il Pd”, ma a quel punto i partiti avranno tradito gli elettori. E servirà una reazione: bisognerà, avverte il capo M5S, “ancora una volta chiamare in causa i cittadini non solo con il voto subito ma anche in altri modi…”.

Parole bellicose che significano un chiamare in piazza gli elettori contro una decisione che sarebbe avvertita da M5S come un rovesciamento dell’esito delle elezioni.

(di Cristina Ferrulli/ANSA)

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