Grana Cia per Trump, Gina la “dura” minaccia il ritiro

Gina Haspel, prima donna al vertice della CIA

NEW YORK. – Per l’amministrazione Trump le grane non finiscono mai. L’ultima è quella legata alla nomina di Gina Haspel a capo della Cia, al posto di Mike Pompeo divenuto da poco il nuovo segretario di stato. Le accuse di essere stata una delle massime responsabili del programma di torture nell’era Bush, subito dopo la tragedia dell’11 settembre 2001, sta minando le sue chance di guidare la potente agenzia di intelligence americana. Tanto che lei stessa, pur respingendo le critiche, avrebbe offerto di ritirarsi per non danneggiare la reputazione e il lavoro degli 007.

Per Donald Trump, che nei giorni scorsi ha dovuto già rinunciare alla nomina del suo medico personale alla guida del ministero dei reduci di guerra, sarebbe un altro smacco. Per questo il tycoon su Twitter è tornato a difendere con forza Gina la ‘dura’, anche se da molte fonti si apprende come alla Casa Bianca sia già pronto un ‘piano B’. Un piano d’emergenza che scatterà se nelle prossime ore sarà chiaro il veto del Senato sulla nomina di Haspel, con un nome su tutti per sostituirla: l’attuale numero due della Cia, Susan Gordon, che sarebbe già stata contattata da responsabili dell’amministrazione e da alcuni senatori repubblicani.

Haspel, tuona Trump su Twitter, “è finita nel mirino solo perché è stata troppo dura con i terroristi. I democratici la vogliono fare fuori perché in questi tempi pericolosi è troppo dura col terrorismo…”. Ma il passato della donna, 33 anni nella Cia, resta su più fronti controverso. Ha supervisionato la prigione segreta della Cia in Tailandia nel 2002, finita nella bufera per i metodi durissimi con cui venivano interrogati i detenuti. Tra questi anche Abu Zubaydah, l’uomo di al Qaida sottoposto alla pratica del ‘waterboarding’ almeno 83 volte.

Ma Haspel è stata anche il capo di gabinetto del direttore del National Clandestine Service, José Rodriguez, nel 2005, quando si è appurato furono distrutte le registrazioni dei controversi interrogatori della Cia. Proprio Rodriguez nelle sue memorie scrive di aver chiesto alla Haspel di chiedere i permessi per la distruzione dei nastri.

Per alcune fonti del Congresso citate dai media Usa il voto del Senato sulla nomina di Haspel non è ancora scontato. Ma l’audizione in vista si preannuncia durissima, e sono in molti attorno al tycoon ad insistere per un ‘cambio di cavallo’ per evitare la debacle.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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