Venti di guerra sul Golan, Israele apre i rifugi

TEL AVIV. – Scenari di guerra sul Golan. Israele ha aperto i rifugi sulle Alture del Golan nel nord del paese e alzato lo stato di allarme, con il richiamo di un piccolo contingente di riservisti, “a causa delle irregolari attività delle forze iraniane in Siria”. Pochi minuti prima dell’atteso discorso in cui il presidente americano Trump ha annunciato l’uscita dall’accordo sul nucleare con Teheran, l’esercito israeliano ha ammonito di “essere pronto per vari scenari” e che ogni “aggressione avrà una risposta severa”.

Una serie di mosse arrivate dopo giorni di progressivo e crescente allarme, dopo le minacce giunte da Teheran su una imminente ritorsione per gli attacchi, attribuiti allo stato ebraico, contro le postazioni iraniane in Siria. In particolare quello alla base T4 dove sono rimasti uccisi vari membri delle Guardie rivoluzionarie. Lo stesso capo di stato maggiore Gadi Eisenkot, vista la situazione, ha sospeso stasera il suo intervento alla cerimonia per i 70 anni delle forze armate.

Ancora più esplicito è stato il premier Benyamin Netanyahu che ha parlato subito dopo l’annuncio di Trump, definendo la sua decisione “giusta e coraggiosa”. “L’Iran – ha spiegato – vuole servirsi della Siria come base avanzata contro Israele. Siamo determinati a impedire che stabiliscano lì le loro basi. Reagiremo con potenza, il nostro esercito è pronto”.

Poi ha ammonito: “Se l’Iran provasse ad attaccarci, avvertirebbe la potenza della nostra forza”. L’esercito israeliano – che secondo i media ha schierato nella zona ulteriori Iron Dome, sistemi antimissili – ha sottolineato che la popolazione del nord del paese deve “restare attenta alle istruzioni che saranno date se necessario”. L’ambasciata Usa in una mossa giudicata inusuale ha emesso un avviso ai propri dipendenti e ai cittadini americani di non recarsi sulle Alture del Golan “a causa della recente tensione nella zona”.

La missione ha anche avvisato il proprio personale di “monitorare i giornali locali e di restare aggiornati sulle disposizioni di emergenza del Fronte del Comando interno”. “Questi – ha ammesso il ministro Moshe Kahlon – sono i giorni di maggiore tensione da quando ho fatto ingresso nel Consiglio di difesa del governo. Ma le nostre forze armate sono pronte ad affrontare qualsiasi evenienza”. Il richiamo del primo contingente dei riservisti, secondo i media, per ora riguarda l’aviazione e le unità di intelligence.

(di Massimo Lomonaco/ANSAmed)

Lascia un commento