Quarant’anni fa la morte di Moro, omaggio di Mattarella

Il Presidente Sergio Mattarella depone una corona di fiori in Via Caetani sotto la lapide che ricorda il luogo del ritrovamento del corpo dell’on. Aldo Moro (Foto, Ufficio Stampa Quirinale)

ROMA. – Aldo Moro e Peppino Impastato, vittime rispettivamente del terrorismo e della mafia. A 40 anni da quel tragico 9 maggio in cui il corpo di Aldo Moro fu fatto trovare dalle Br in pieno centro a Roma all’interno di una Renault 4 e in cui il giornalista Peppino Impastato fu assassinato a Cinisi, in Sicilia, per eliminare la sua voce libera, il capo dello Stato Sergio Mattarella ha ricordato al Quirinale le due figure nella Giornata dedicata alla Memoria delle vittime del terrorismo.

“La verità è inseparabile dalla libertà”, ha sottolineato il capo dello Stato, ricordando che battendo il terrorismo “abbiamo appreso che ci sono momenti in cui l’unità nazionale deve prevalere sulle legittime differenze”, e si è compreso anche “che vi sono momenti che richiamano a valori costituzionali, a impegni comuni, perché non divisivi delle posizioni politiche ma riferiti a interessi fondamentali del Paese, in questo senso neutrali”.

“Oggi, a 40 anni dalla quella tragedia, sentiamo il bisogno di liberare il pensiero e l’esperienza politica di Aldo Moro da quella prigione in cui gli aguzzini hanno spento la sua vita e pretendevano di rinchiuderne il ricordo”, ha aggiunto il capo dello Stato, in un altro passaggio del suo discorso:”Le responsabilità morali e storiche non si cancellano insieme a quelle penali, e ciò impone un senso di misura, di ritegno”, ha detto ancora Mattarella, secondo il quale invece “ci sono stati casi in cui questa misura è stata superata, con dichiarazioni irrispettosi e, talvolta, arroganti che feriscono e che, insidiosamente, tentano di ribaltare il senso degli eventi”.

Alla cerimonia al Quirinale erano presenti tra gli altri, i presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Casellati, i ministri uscenti Pinotti, Orlando, Fedeli – che ha premiato con Mattarella gli studenti vincitori del concorso Tracce di Memoria – il vicepresidente del Csm Giuseppe Legnini, il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio, numerosi parenti di vittime di terrorismo e mafia come Mario Calabresi, Alberto Torreggiani, Rosa Calipari.

Poco prima, in mattinata, il capo dello stato era andato a deporre una corona in via Caetani, sulla targa che ricorda lo statista democristiano, presenti anche lì i presidenti di Camera e Senato e il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, la sindaca di Roma Virginia Raggi, il prefetto Paola Basilone.

“Il 9 maggio 1978, giorno del martirio di Aldo Moro, rappresenta nella Storia del nostro Paese uno spartiacque tra un prima e un dopo. A distanza di 40 anni è ancora vivo in ognuno di noi lo sgomento di quelle ore, la certezza della barbarie del terrorismo brigatista”, ha ricordato la presidente del Senato, Casellati.

“Sulla vicenda esiste una verità giudiziaria complessa che, come è stato riconosciuto da più parti, presenta molte zone d’ombra e uno sfondo fatto di responsabilità multiple, ancora oggi non del tutto chiarite”, ha evidenziato dal canto suo il presidente della Camera, Fico.

“La democrazia è un bene fragile che va difeso con l’impegno e la responsabilità di tutti”, ha ammonito la presidente uscente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi.

(di Valentina Roncati e Fabrizio Finzi/ANSA)

Lascia un commento