Monito Mattarella: “Sovranismo seducente, ma inattuabile”

Il Presidente Sergio Mattarella nel corso del suo intervento in occasione della conferenza "The State of the Union" all'Istituto Universitario Europeo (Foto Ufficio Stampa Quirinale)

FIESOLE. – Tornano anacronistiche “formule ottocentesche” dense di nazionalismi che dovrebbero essere ormai digerite nel percorso della storia. E viaggia pericolosa, sia in Italia che in Europa, una subdola “narrazione sovranista”, assai seducente ma altrettanto pericolosa. Politiche primordiali che cercano la pancia dei cittadini ai quali si nega la verità: cioè che si tratta di “soluzioni inattuabili”.

Sergio Mattarella si cala nella politica europea oggi a Fiesole dove ha aperto i lavori della conferenza “the state of the Union” per l’annuale check up dello stato di salute dell’Europa. Con tre presidenti di Paesi europeisti (Portogallo, Irlanda e Grecia) giunti sulle verdi colline di Firenze, il capo dello Stato ha analizzato a 360 gradi problemi e opportunità del vecchio Continente giungendo a una sola conclusione: di fronte a un mondo sempre più “turbato occorre unirsi e non dividersi”, iniziare a sfatare “narrazioni” che ingannano l’opinione pubblica spingendo i cittadini a pensare che i singoli Stati “possano farcela da soli”.

“Numerosi concittadini hanno smesso di pensare che l’Europa possa risolvere i loro problemi. Vedono sempre meno nelle istituzioni di Bruxelles un interlocutore vantaggioso, rifugiandosi – ha sottolineato Mattarella – in un orizzonte puramente domestico, nutrito di una illusione: pensare che i fenomeni globali che più colpiscono possano essere affrontati a livello nazionale”.

Un pericolo che interessa buona parte d’Europa. Ma i sensori del presidente sono parallelamente puntati su quanto avviene a Roma. Sergio Mattarella è in queste ore al centro di tutto, in paziente attesa di vedere risultati in materia di governo nazionale. E mai come oggi la politica estera è sotto la lente del Quirinale.

Lo hanno cercato proprio a Fiesole Luigi Di Maio e Matteo Salvini per fargli sapere che i negoziati si approfondiscono, per chiedergli ancora una volta altro tempo. Questa volta fino a domenica per iniziare a definire anche la squadra di governo.

E si comprende bene come il presidente non possa essere spettatore esterno quando si parla delle basi della politica estera italiana, dei vincoli atlantici, del rispetto dei Trattati, politici ed economici. Ecco perchè le considerazioni odierne del capo dello Stato saranno lette con grande attenzione da Lega e Cinque stelle che sapranno poi trasferirle in nomi e profili da inserire o meno nella compagine di coalizione che costruiranno.

Linee fondamentali, dicevamo. A partire dalla linea Maginot dell’Euro, dalla difesa della Bce e del suo Governatore italiano, tanto lodato dal Quirinale. Quel Mario Draghi che sarebbe molto utile anche a Roma oltre che a Francoforte. Eccolo il presidente cercare di “umanizzare” la moneta unica tanto contestata dai sovranisti: “la gestione dell’Euro cos’è se non l’espressione di una forte solidarietà tra i Paesi dell’Eurozona? E’ quella solidarietà a cerchi concentrici che non lascia indietro mai nessuno, bensì tiene la porta aperta, rispettando, insieme, l’ambizione di coloro che vogliono progredire”, ha ricordato.

(Dell’inviato Fabrizio Finzi/ANSA)

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