Finanziamento a terrorismo, segnalazioni in aumento

ROMA. – Sono in netta crescita le segnalazioni alla Uif (Unità di informazione finanziaria) di Bankitalia da parte di banche ed altri soggetti finanziari di operazioni sospette legate al finanziamento al terrorismo: nel 2017 ne sono arrivate 981 contro le 619 del 2016. Ed anche i servizi segreti, vista la “stretta correlazione esistente tra l’attivismo dei gruppi terroristici ed i volumi delle loro risorse finanziarie”, continuano a monitorare attentamente il fenomeno.

L’Isis, come altre formazioni jihadiste, hanno accumulato ricchezze attraverso macro-operazioni come il traffico internazionale di petrolio, droga, armi, opere d’arte, ma ci sono anche tantissimi movimenti finanziari ‘micro’ che contribuiscono a rimpolpare le casse. Gli investigatori si concentrano così su quello che passa attraverso i money transfer, i phone center, gli internet point. A volte dietro donazioni a presunte ong, carità, ecc., si celano finanziamenti di fazioni terroristiche.

Nello scorso ottobre la Uif aveva inviato una comunicazione per promuovere un innalzamento delle difese in vista di un ritorno dei foreign fighter chiedendo a banche e operatori come money transfer o società finanziarie di divenire le prime ‘antenne’ nel segnalare persone o movimenti di denaro sospetti.

L’attività degli 007 ha evidenziato come i flussi destinati a sostenere i gruppi jihadisti provengano soprattutto da donazioni private o associazioni caritatevoli. Per sfuggire ai controlli vengano privilegiati i sistemi di pagamento informali, come la hawala (trasferimento di fondi senza movimentazione fisica dei capitali), che in numerosi Paesi affianca i canali formali e si avvale, per le operazioni di compensazione, dei corrieri tradizionali.

Figure, queste ultime, particolarmente difficili da individuare e che possono raggiungere anche zone fortemente depresse e prive di qualunque struttura finanziaria, legale o informale.

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