Produzione industria torna a salire, ma è stop per auto

ROMA. – L’industria italiana vede una crescita pari a zero nel primo trimestre del 2018 ma a marzo torna in espansione, dopo due mesi di calo, e recupera più del previsto. L’Istat stima una produzione industriale in aumento dell’1,2% rispetto a febbraio e del 3,6% rispetto al 2017, nei dati corretti per i giorni lavorativi.

L’accelerazione riguarda quasi tutti i settori, ma lascia indietro l’industria dell’auto. La produzione italiana di autoveicoli, infatti, diminuisce del 6,4% a marzo e chiude il primo trimestre con una flessione del 2,5%. E’ il primo risultato trimestrale negativo, per il settore, dal secondo trimestre del 2014 e il peggiore da quasi cinque anni, a partire dal secondo trimestre del 2013.

Le difficoltà dell’auto si inseriscono in un contesto di crescita trainata dalla fornitura di energia elettrica e di gas (+11,9% rispetto a marzo 2017), dalla farmaceutica (+4,6%) e dal tessile (+4,2%). Tutti i raggruppamenti di industrie vedono il “segno più” a partire dai beni di consumo (+2,5% sul mese, +3,3% sull’anno), ma anche l’energia (rispettivamente +1,3% e +8,6%), i beni strumentali (+0,8% e 3,4%) e quelli intermedi (+0,7% e +1,8%).

Nonostante le indagini sulla fiducia delle imprese mostrino un rallentamento negli ultimi mesi, diversi analisti, come il senior economist di Intesa Sanpaolo, Paolo Mameli, sono convinti che la fase espansiva continuerà. “L’industria ha visto una stagnazione nel primo trimestre dell’anno ma tornerà a contribuire al Pil nel trimestre corrente – osserva Mameli – favorendo una possibile accelerazione a +0,4% trimestre su trimestre”.

In questo quadro, secondo l’economista, l’evoluzione dello scenario politico avrà “un impatto trascurabile sulla crescita del 2018, ma sarà cruciale in merito alle prospettive del ciclo nel 2019, soprattutto in merito alle scelte di politica fiscale che farà il nuovo governo”.

Intanto nemmeno il risultato positivo di marzo è stato sufficiente a riportare la produzione al livello pre-crisi e nemmeno a recuperare tutto il terreno perso dall’inizio dell’anno, visto che il dato congiunturale resta inferiore al picco di dicembre 2017. La strada per superare i livelli del 2008 appare ancora lunga. L’Unione nazionale consumatori stima che, rispetto a dieci anni fa, la produzione è ancora inferiore del 18,5%.

(di Chiara Munafò/ANSA)

Lascia un commento