Italia sotto i riflettori dell’Europa, monito contro i populismi

Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo dal podio durante l'intervento a Firenze in occasione degli Stati dell'Europa.
Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo durante l'intervento a Firenze. ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI

FIRENZE. – L’Italia è sotto i riflettori dell’Europa che guarda attenta alle fibrillazioni della politica nelle ore che precedono la possibile nascita del nuovo governo ma richiama anche l’attenzione sulle derive populiste e sovraniste che in tutto il Vecchio continente rischiano di minare quella solidarietà che è stata uno dei valori fondanti del’Unione.

Da Palazzo Vecchio, nel secondo e ultimo giorno dell’ottava edizione di ‘State of the Union’, il premier Paolo Gentiloni e i vertici delle istituzioni europee – dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker al presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani – hanno ribadito la necessità di preservare la coesione di un’Ue che ha fatto acqua in più di un’occasione ma resta comunque l’unica realtà possibile per affrontare le sfide del mondo globale.

“Sono convinto che la stragrande maggioranza degli italiani non voglia deragliare” dall'”impegno europeo”, ha detto Gentiloni, avvertendo il prossimo governo di non portare l’Italia “altrove” perché dovrebbe fare i conti non necessariamente con una bagarre politica ma certamente “con la nostra storia e la nostra identità”.

“Le risposte sovraniste non sono solo sbagliate ma illusorie”, ha scandito Gentiloni, che ha messo in guardia sulla gravità di “proclami tanto illusori quanto pericolosi” sentiti in campagna elettorale. Se la sirena sovranista attraesse l’Italia, “uno dei tre gradi Paesi rimasti nell’Unione”, l’impatto “nel contesto europeo sarebbe molto grave e pericoloso”.

Ma a correre rischi sarebbe anche e in primo luogo la stessa Italia “se si scegliesse di andare fuori strada” e se si rinunciasse allo sforzo di un’azione tesa a promuovere coesione, e non divisione, e a ricucire ferite sociali e non aprire nuove lacerazioni”. Un rischio che Juncker ha allargato all’intera Unione, dove la “solidarietà si sfilaccia” nel momento in cui “populisti e nazionalisti hanno avuto materia per alimentare i loro sentimenti”.

Crisi economica, paura per i flussi migratori, incertezze e tentennamenti non hanno aiutato. Quando si parla di immigrazione e di sicurezza si parla di solidarietà e “non possono essere solo i Paesi del sud ad affrontare il problema immigrazione”, è la conclusione di Tajani, che tenta la quadratura del cerchio con uno sguardo all’Europa e uno all’Italia.

Ora la “prima riforma da fare è quella della primazia della politica”, ha sottolineato il presidente del Parlamento europeo, avvertendo che dopo la Brexit servirà un ruolo più importante per i Paesi del sud come Italia e Spagna. Sarà questa “la sfida per il nuovo governo”, mentre in Europa “tutti guardano con attenzione a quello che succede in Italia”.

E sempre con un occhio alla politica italiana, Tajani ha ribadito la totale mancanza di senso di un’ipotetica uscita dall’Europa o dall’euro. Su questo, è il messaggio venuto dalla severa solennità del Salone dei Cinquecento, davvero non si può discutere.

(dell’inviata Eloisa Gallinaro/ANSA)