Torna incubo Ebola, morti in Congo e preoccupazione Oms

ROMA. – L’Organizzazione Mondiale della Sanità è “molto preoccupata” del focolaio di Ebola nella Repubblica democratica del Congo, dove almeno una persona è morta e ci sono diversi decessi sospetti. E forse, anche per le critiche ricevute nel corso della grande epidemia del 2014, l’Oms predispone una risposta forte preparandosi anche ad utilizzare il vaccino sperimentale.

“Ci stiamo preparando a tutti gli scenari, anche il peggiore”, ha affermato il direttore generale per la preparazione e la risposta alle emergenze dell’Oms, Peter Salama da Kinshasa. Salama spera che presto arriverà l’autorizzazione ufficiale delle autorità del Congo per il ricorso al vaccino, messo a punto proprio durante l’epidemia di quattro anni fa che ha mostrato il 100% di efficacia nei test sul campo.

“Tutti i preparativi sono in corso e non appena avremo il via libera procederemo”, ha spiegato ai giornalisti, ricordando che “è un vaccino non di facile impiego anche per la rigida catena del freddo da rispettare. Ad oggi, l’epidemia è segnalata in un’area remota e sembra essere limitata geograficamente”.

Il rischio di contagio al momento è considerato elevato per il paese africano, mentre è basso per una diffusione nei paesi confinanti o al di fuori del continente. Nove paesi africani, tra cui Nigeria e Guinea, già toccati nel 2014, hanno comunque precauzionalmente rafforzato i controlli alle frontiere. Dal 4 aprile al 9 maggio 2018, un totale di 32 casi di malattia da virus Ebola (tra cui due soli confermati, 18 probabili e 12 casi sospetti) sono stati segnalati dalla zona di Bikoro, nella provincia di Equateur.

Nell’area ci sono stati 18 decessi, alcuni dei quali risalenti addirittura a dicembre, tanto che è stata formulata pure l’ipotesi che l’epidemia sia iniziata mesi fa, anche se la conferma ufficiale si è avuta solo per uno. Tre dei 32 casi riguardavano operatori sanitari, ha ricordato l’esperto Oms.

“Il problema è che abbiamo già casi in tre aree diverse in un raggio di 60 chilometri – ha precisato Peter Salama – e tre operatori sanitari contagiati, e sappiamo che gli operatori sono un fattore di amplificazione importante”. Per la Repubblica Democratica del Congo si tratta della nona epidemia di Ebola da quando è stato scoperto il virus negli anni ’70.

L’ultimo focolaio risale ad appena un anno fa, quando l’infezione fece otto morti nella parte nord orientale del paese. L’epidemia del 2014-2015 invece, che colpì soprattutto Liberia, Guinea e Sierra Leone, si chiuse con un bilancio di oltre 11.300 morti.