Trump apre alla Cina, aiuti a ZTE ma via dazi agricoli

(Photo by Miquel Benitez/Getty Images)

NEW YORK. – Un aiuto a ZTE in cambio della rimozione di miliardi di dollari di dazi sui prodotti agricoli americani. Gli Stati Uniti e la Cina lavorano a un accordo dopo l’intervento a sorpresa di Donald Trump che, su Twitter e su pressione del presidente cinese Xi Jinping, ha teso la mano al colosso cinese delle telecomunicazioni, colpito dalle sanzioni americane e che rischia di scomparire.

I 140 caratteri di Trump colgono alla sprovvista anche la sua amministrazione che aveva dipinto il caso di ZTE come una questione legale e non politica, con il colosso cinese accusato di aver violato le sanzioni imposte dagli Usa contro il regime di Teheran, continuando a spedire illegalmente beni e tecnologie in Iran.

“Io e il presidente Xi stiamo lavorando insieme per garantire alla società di telecomunicazioni cinese Zte un modo per tornare velocemente alla sua attività. Troppi posti di lavoro si stanno perdendo in Cina”, ha twittato Trump imponendo una netta inversione di rotta e incaricando il segretario al Tesoro a lavorare a un accordo. Steven Mnuchin è ritenuto l’uomo adatto all’impresa, di sicuro più aperto al dialogo e meno ‘falco’ del consigliere della Casa Bianca Pater Navarro e del rappresentate al commercio Robert Lighthizer.

L’intesa allo studio, che appare a portata di mano, prevede un allentamento del divieto imposto alle aziende americane di vendere componenti a ZTE. In cambio Pechino dovrebbe fare un passo indietro sui dazi ai prodotti agricoli americani, incluso il gingseng e il maiale, decisi come ritorsione a quelli sull’acciaio e l’alluminio annunciati da Trump. Un’intesa faciliterebbe anche l’acquisizione di NXP Semiconductors da parte di Qualcomm, bloccata dalle autorità cinesi.

Wall Street segue da vicino gli sviluppi cercando di capire se le trattative rappresentino un allentamento delle tensioni commerciali fra la prima e la seconda economia al mondo. Di definitivo ancora non c’è però nulla e la visita del vice ministro degli esteri cinese, Liu he, a Washington da domani è ritenuta cruciale. Una visita che è sembrata in bilico fino all’ultimo ma che con la mano tesa di Trump a ZTE è stata confermata. ”Apprezziamo l’atteggiamento positivo su ZTE” afferma Lu Kang, portavoce del ministero degli esteri cinese.

Per Trump un allentamento dei dazi cinesi sui prodotti agricoli americani rappresenterebbe un successo in vista delle elezioni di medio termine: i dazi cinesi infatti colpiscono soprattutto gli elettori repubblicani, complicando ulteriormente il tentativo del partito del presidente di mantenere il controllo della Camera e del Senato in novembre.

Ma allo stesso la retromarcia ordinata da Trump, la seconda in un mese dopo quella su Rusal, solleva un’ondata di polemiche: ”Sono senza parole. Nessun presidente è mai intervenuto su una materia come questa” afferma Kevin Wolf, che ha guidato l’avvio del caso contro ZTE durante l’amministrazione Obama.

Dure anche le parole di Dereck Scissors, dell’American Enterprise Insititute. ”Accantoniamo la possibilità di punire ZTE concedendo ai cinesi di ripristinare lo status quo. Questo mostra come non abbiano la determinazione necessaria per affrontare i cinesi”.

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