Jorge Roig: “i risultati delle elezioni si sanno già”

L’ex presidente di “Fedecamaras” sostiene che dopo le elezioni del 20 M l’opposizione dovrà continuare ad esigere le condizioni per un nuovo processo comiziale giusto.
L’ex presidente di “Fedecamaras” sostiene che dopo le elezioni del 20 M l’opposizione dovrà continuare ad esigere le condizioni per un nuovo processo comiziale giusto.

Caracas. – Jorge Roig, l’ex presidente di “Fedecamaras” e membro del Consiglio di Amministrazione dell’Organizzazione Internazionale dei Lavoratori sostiene che i risultati delle prossime presidenziali si conoscono già. E quindi, dopo i comizi, l’opposizione dovrà andare avanti reclamando le condizioni che mancano per raggiungere un processo elettorale trasparente ed equo. 

Durante un’intervista a Globovisión, l’imprenditore ha pure sostenuto l’idea di astensione come metodo di protesta. “Se nessuno si reca a votare sarà evidente che la (nostra) società è contro questo processo (…). Sarebbe un atto di protesta molto ben organizzato quello di non votare” ha detto. 

Secondo Roig, i risultati delle elezioni di domenica 20 maggio praticamente si sanno già. Sostiene che i candidati Javier Bertucci e Henri Falcón non avranno alcuna possibilità di dimostrare la frode perché non hanno testimoni in tutti i seggi del paese. Quindi, non potranno fare nulla. 

Roig pensa che lo scenario peggiore sarà quello di vedere Bertucci e Falcón ammettere di aver perso senza riconoscere la frode perché semplicemente non potranno dimostrarla. Dunque, dovranno riconoscere Maduro presidente e così facendo legittimeranno un processo elettorale dubbioso e criticato.

Fermín vicepresidente se Falcón vince

Malgrado le voci autorevoli che, come quelle di Roig, considerano i comizi del 20 maggio poco credibili, i candidati si “opposizione” stanno concludendo le loro campagne elettorali. E Falcón, il più “quotato” ha addirittura twittato il nome di chi sarà vicepresidente se vince.

Il candidato ha twittato che Claudio Fermin, sociologo, politico e capo della sua campagna elettorale, sarebbe il prescelto per l’incarico di vicepresidente. “È un uomo impegnato con il paese e con una traiettoria impeccabile” ha affermato Falcón.

Dopo di essere stato ad Acarigua, il candidato ha chiuso la sua campagna nello Zulia, in Maracaibo, accompagnato pure dal deputato Enrique Márquez, espulso dal partito Un Nuevo Tiempo.

Il deputato ed altri dissidenti della principale coalizione di opposizione hanno rifiutato la posizione astensionista del MUD e si sono piegati alle candidature alternative.

C’è in gioco il futuro

Falcón ha condannato la “tragedia” che vive il Venezuela e ha sostenuto che è arrivato il momento di ricuperare il paese perché c’è in gioco il futuro della nazione. 

“I vecchi muoiono, i bambini cercano nei rifiuti qualcosa da mangiare (…) non ci sono contanti in circolazione, non c’è luce, né gas, non ci sono medicine né cibo. Basta: vogliamo lasciare che continui così? Maduro ha portato il paese al fallimento… loro sono pieni di dollari mentre il popolo fa la fame. È questo il socialismo?” ha incalzato.

Stabilità economica e riattivazione di PDVSA

Falcón ha ribadito che il paese deve raggiungere la stabilità economica e ha bisogno di essere governato. Perciò ha riproposto di dollarizzare gli stipendi di medici, maestri, poliziotti, militari e pensionati. Ma ha aggiunto che ci sarà bisogno pure di applicare alte misure per migliorare l’economia, senza però, specificarle.

Riguardo PDVSA, il politico ha detto che bisogna separarla dal partito politico che la amministra e bisogna anche ricuperare la fiducia e le alleanze nazionali ed internazionali per riattivare la produzione petrolifera. 

Ha ricordato che se vince, aprirà il canale umanitario, libererà i prigionieri politici e annullerà le confiscazioni delle aziende. 

Infine ha chiesto agli impiegati pubblici di non cedere ai ricatti perché “il voto è segreto” e il loro posto di lavoro è garantito.  

Stando alle parole del candidato, il 20 maggio ci sarà un fiume di voti popolari a favore del cambiamento.

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