CARACAS -Da lunedì, un gruppo di 10 petroliere si trova fermo in vari porti dei Caraibi. Le barche starebbero aspettando i pagamenti dovuti da PDVSA per scaricare 3.124 milioni di barili di prodotti raffinati.
Una fonte di S&P Global Platts ha informato che il Venezuela ha acquistato poco carburate, benzina e diesel, per il mese di maggio, perciò suppone che PDVSA stia aspettando i carichi fermi ai porti per rifornire il mercato nel paese.
La statale venezuelana deve ricorrere alla compera di prodotti raffinati per soddisfare la domanda interna visto che non produce a sufficienza. E la produzione è diminuita talmente che anche le esportazioni sono a rischio.
L’esportazione di grezzo venezuelano è molto limitata
Quindi, l’economista Orlando Ochoa ha affermato che la restrizione operativa della statale del petrolio si è aggravata perché le petroliere cariche di grezzo sono a rischio di pignoramento.
Ochoa crede che l’azione interposta dalla ConocoPhillips potrebbe incidere sulla capacità di esportare il petrolio e di importare il combustibile.
Uno degli effetti collaterali delle limitazioni che soffre PDVSA sarebbe la chiusura dei pozzi per l’incapacità di stoccaggio e i ritardi di consegna ai compratori.
“Ma PDSA può esportare via FOB (consegna del grezzo a bordo delle petroliere che lo comprano) per evitare i pignoramenti” ha detto Ochoa.
L’importazione di carburante arrivava dagli stoccaggi in Curacao – spiega l’economista- perciò ora il carburante dovrà venire direttamente alle raffinerie nazionali. Ma queste “si trovano a meno del 25% della loro capacità” ha affermato l’economista.
E PDVSA, purtroppo, non sarebbe capace di proporre un calendario per i pagamenti a ConocoPhillips, perché le transazioni dovrebbero essere approvate dalla OFAC, la quale ha applicato sanzioni finanziarie al paese da giugno 2017.