Greggio spinge la benzina sopra 1,6 euro, massimi dal 2015

Un benzinaio ad un distributore di benzina. Prezzi

ROMA. – Il petrolio corre e spinge la benzina al di sopra di quota 1,6 euro al litro, ai massimi dall’estate 2015. E preoccupati per l’estate che sta arrivando, che si profila all’insegna del ‘caro-pieno’, sono naturalmente i consumatori, tanto che il Codacons che chiede l’intervento dei Nas per indagare sui rincari dei listini.

Stando alle tabelle che il ministero dello Sviluppo economico aggiorna settimanalmente, e che propongono una media dei listini sul territorio (considerando servito e self, ma anche le differenze tra regioni e per le piccole isole) il prezzo medio praticato sulla rete italiana, aggiornato al 14 maggio, è tornato sopra quota 1,6 euro, portandosi a 1,606, ai massimi dal luglio 2015. Per quanto riguarda il diesel siamo invece a quota 1,483 euro al litro nel prezzo medio, ai massimi, in questo caso, dal giugno 2015.

Questo vuol dire che per un pieno di benzina di un’auto di media cilindrata ci vogliono oltre 80 euro, mentre per il gasolio sono necessari almeno 74 euro. Un anno fa ci volevano rispettivamente 76 e 68 euro, vale a dire il 5% e l’8% in meno. Quotidiano energia, che spacchetta i vari dati su cui viene calcolata la media, indica che oggi in modalità self la benzina costa in media 1,615 euro, mentre in modalità servito la media è pari a 1,739 euro al litro.

A pesare sul prezzo al distributore è, come sempre avviene, l’andamento del petrolio, che da inizio del 2018 è aumentato del 17%: un anno fa il greggio americano (Wti) galleggiava intorno ai 50 dollari, mentre quello europeo (Brent) era più o meno a 52 dollari. Da allora il mercato si è decisamente risvegliato, grazie all’estensione dei tagli decisi dall’Opec e alle tensioni geopolitiche internazionali in Medio Oriente.

Oggi le quotazioni sono in lieve flessione, ma comunque il Wti è ben sopra i 71 dollari e il Brent supera i 78 dollari. Una corsa che si riversa sulle quotazioni internazionali dei prodotti petroliferi nell’area del Mediterraneo, ma anche sulla domanda generale: proprio oggi, infatti, l’Agenzia internazionale dell’energia ha rivisto al ribasso le stime dei consumi per il 2018: “La recente impennata dei prezzi si farà sentire”, ha spiegato.

La corsa dei carburanti, naturalmente, allarma le associazioni dei consumatori. Il Codacons, in particolare, sente puzza di bruciato e teme “la speculazione che potrebbe configurare una forma di aggiotaggio”: per questo l’associazione chiede ai Nas “di attivarsi per verificare come sia possibile che il prezzo alla pompa aumenti al solo annuncio di tensioni in Medio Oriente”.

Sul fronte più generale dei prezzi, intanto, l’Istat conferma il rallentamento dell’inflazione allo 0,5% ad aprile (dallo 0,8% di marzo), ma allo stesso tempo segnala i rialzi su base mensile proprio dei prezzi della benzina (+1,6%) e del gasolio (+1,5%) e una “marcata accelerazione in termini tendenziali (da +0,3% a +2,5% la prima e da +1,8% a +3,8% il secondo)”.

(di Francesca Paggio/ANSA)