Crisi venezuelana e sanzioni contro l’Iran sparano il Brent a quota 80$

Atardecer con pozos petroleros en el horizonte
El presidente Nicolás Maduro, ordenó a Quevedo buscar ayuda internacional para recuperar la producción petrolera en un millón de barriles por día

CARACAS – Per la prima volta dopo il 2014, il barile di grezzo ha raggiunto gli 80$ nel mercato a futuro di Londra, tra i timori di un calo per la crisi venezuelana e le sanzioni USA contro l’Iran. 

Il petrolio Brent, riferente europeo,  è arrivato agli 80 $ all’ICE londinese alle 9.58 GMT di questo 17 maggio. Un incremento dello 0,98% con rispetto al precedente prezzo di chiusura, sebbene sia sceso un po’ e si stava quotando a 79,73$ alle 10.45 GMT.

D’altra parte il barile di “light weight crude” (WTI), riferente americano, è stato quotato a 72,06$, mostrando un incremento di 57 centesimi.

Il prezzo del grezzo sta salendo per i timori che ci sono su una diminuzione nel rifornimento globale, dovuto alla crisi venezuelana e le sanzioni americane che colpiscono l’Iran.

Una reazione immediata alle misure economiche prese dagli Usa contro il paese mussulmano è stata quella di TOTAL. La petrolifera francese ha annunciato che abbandonerà il progetto iraniano South Pars 11 (SP11), uno dei campi di gas più grandi al mondo. TOTAL perché ha avvertito che il 90% dei suoi finanziamenti sono americani.  

Sfide al mercato petrolifero

E l’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) ha affermato nella sua relazione mensile che le sfide principali al mercato del petrolio sono da parte del Venezuela e dell’Iran. Il primo per la grave crisi che vive e il secondo per l’effetto che avranno le sanzioni americane.

L’AIE conferma che il ritmo del calo della produzione venezuelana è anche dovuto alla situazione precaria di PDVSA anche questa sanzionata. 

E stando all’OPEP, la produzione venezuelana è arrivata in aprile, a1.436 milioni di barili al giorno, 41.700 barili in meno di marzo.

Altri problemi

Il mercato, però, ha pure incassato l’annuncio del dipartimento di energia americano che ha informato che riserve di petrolio degli USA  hanno percepito un calo di 1.4 milioni di barili e quelle della benzina sono scese a 3,8 milioni di barili. Un fatto che indica un consumo che supera l’offerta. 

 E Jasper Lawler, analista di London Capital Group, definisce “impressionante” l’incremento del prezzo del barile. L’analista difficilmente trova una spiegazione visto che informazione recente segnalava che le esportazioni di petrolio americano erano aumentate e che una minore domanda era prevista. Fattori, entrambi che avrebbero dovuto contribuire ad abbassare il prezzo.   

L’incremento del prezzo, può convertirsi in un problema per i paesi industrializzati, la cui attività ha tratto benefici dal calo registrato nel 2014.

Ma per altri no. Difatti, alcuni esperti avevano annunciato che l’Arabia Saudita vorrebbe vedere il prezzo attestarsi attorni gli 80-100 $ per vedere aumentato il valore della petrolifera Aramco, in uscita dalla borsa. 

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