L’Onu contro Israele: “Forza sproporzionata a Gaza”

Soldato israeliano durante gli scontri.. (ANSA/AP Photo/Majdi Mohammed)

ROMA. – Le Nazioni Unite bollano come “totalmente sproporzionato” l’uso della forza da parte di Israele a Gaza, dove dallo scorso 30 marzo – denunciano all’Onu – sono stati uccisi oltre cento palestinesi e feriti a migliaia. E da Ginevra danno via libera a una commissione d’inchiesta per indagare sul “deterioramento dei diritti umani” nella Striscia e negli altri territori occupati.

Una presa di posizione che scatena immediata l’ira di Israele: “L’unico obiettivo è attaccarci e sostenere il terrorismo”, accusa il premier Benyamin Netanyahu. Il voto all’Onu è arrivato dopo le manifestazioni palestinesi delle ultime settimane, culminate lunedì scorso con gli scontri e i 60 morti nel giorno dell’apertura dell’ambasciata Usa a Gerusalemme.

Nei giorni successivi, Autorità palestinese e Emirati arabi uniti avevano chiesto al Consiglio per i diritti umani dell’Onu di fissare una riunione straordinaria, sostenuti da altri 26 Paesi. Sessione conclusa con la risoluzione che dà semaforo verde a una commissione d’inchiesta “internazionale e indipendente”: 29 i voti a favore, due contrari e 14 astensioni.

Solo Usa e Australia si sono opposti mentre l’Italia non è rappresentata in questo organismo. “La situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati continua a deteriorarsi” ha attaccato il responsabile dell’ufficio per i diritti umani dell’Onu, il giordano Zeid Raad Al Hussein. Che ha invitato Israele “ad agire in accordo con i suoi obblighi internazionali” e a “porre fine all’occupazione e violenza e insicurezza spariranno”.

Da Israele rigettano con forza questa lettura: Netanyahu parla di “organizzazione ipocrita e deplorevole”. “E’ chiaro – denunciano dal suo ministero degli Esteri – che l’intento del Consiglio non è indagare la verità ma violare il diritto all’autodifesa di Israele e demonizzare lo Stato ebraico”.

Mentre l’ambasciatrice israeliana all’Onu a Ginevra Aviva Raz Shechter parla di “risoluzione vergognosa” e sostiene che il Consiglio ha raggiunto “il suo punto più basso di credibilità”. Su un altro fronte, al Palazzo di Vetro di New York, il Kuwait ha presentato una bozza di risoluzione in Consiglio di Sicurezza per chiedere una condanna dell’uso della forza. Mossa che con ogni probabilità sarà neutralizzata dagli Usa con il loro diritto di veto.

Tensioni diplomatiche ai massimi livelli, che vanno in scena nell’ormai ennesimo venerdì di proteste a Gaza, rese stavolta meno virulente dalle temperature altissime nella Striscia e dal digiuno del mese di Ramadan. I primi manifestanti, e i primi scontri con feriti, sono arrivati solo verso il tramonto, dopo la rottura del digiuno.

Anche in Iran, dopo la preghiera del venerdì, ci sono state diverse manifestazioni al grido di ‘Israele sarà annientato’. Mentre a Istanbul un vertice dei Paesi islamici convocato dalla Turchia mette in guardia Israele. La minaccia è del presidente turco Recep Tayyip Erdogan: “La sola cosa che capisce un oppressore senza scrupoli – attacca il sultano di Ankara – è la forza”.

(di Salvatore Lussu/ANSA)

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