Ue chiede rispetto impegni, ma nessuna procedura

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BRUXELLES. – Un richiamo a rispettare gli impegni presi sul fronte della dinamica dei conti pubblici e l’ennesima sollecitazione a realizzare riforme e interventi necessari per rilanciare la competitività del sistema produttivo nazionale. Questo, in sintesi, il contenuto delle raccomandazioni che la Commissione europea dovrebbe rivolgere all’Italia mercoledì prossimo quando renderà note le sue valutazioni sull’andamento delle economie dei Paesi Ue.

Il testo è ancora in fase di limatura. Le prime indiscrezioni raccolte indicano comunque un documento che nella sostanza rimanderà all’autunno prossimo il momento della verità per il confronto sull’andamento dei conti pubblici tra Roma e Bruxelles.

Per il momento la Commissione non procederà, salvo colpi di scena, all’ apertura di una procedura per debito eccessivo. Invece confermerà la richiesta di una correzione dei conti 2018 di circa lo 0,3% (come già fatto lo scorso autunno). Avvertendo che, per il 2019, o si farà scattare l’aumento dell’Iva – come previsto dalle cosiddette clausole di salvaguardia – oppure sarà necessaria una correzione del deficit strutturale pari a circa lo 0,6% del Pil.

Bruxelles dovrebbe poi ribadire ancora una volta la necessità di andare avanti sulla strada della stabilizzazione del sistema bancario e della riduzione dei crediti non esigibili (Npl), tema su cui progressi importanti sono già stati realizzati. E raccomanderà anche di intervenire per rendere più efficiente la pubblica amministrazione, uno degli elementi chiave, insieme all’apertura dei mercati e altre misure, per consentire di ridare slancio alla competitività del sistema produttivo.

A Bruxelles si vive in un clima di “grande preoccupazione e attenzione” per quanto sta succedendo in Italia, dicono ai piani alti delle istituzioni europee. Una preoccupazione, spiegano le stesse fonti, non tanto legata a quanto scritto nel ‘contratto’ tra M5S e Lega – ancora da leggere e decifrare bene – quanto alle difficoltà che incontra chi vuole comprendere le dinamiche in atto in un momento estremamente delicato per il futuro del Paese e dell’Europa.

Il contratto di governo per il cambiamento Lega-5 Stelle, osservano altre fonti, non chiarisce il quadro delle prossime mosse dell’Italia ma, anzi, ne alimenta i dubbi, che si portano dietro incertezze e timori. In ogni caso, mercoledì la Commissione pubblicherà le nuove ‘raccomandazioni specifiche’ per i Paesi Ue, l’esercizio annuale con cui giudica i progressi sulle riforme, fa la radiografia delle economie e dei conti pubblici, e assegna i ‘compiti’ da fare entro l’anno.

La buona notizia dovrebbe essere quella, già anticipata, che grazie ad una crescita più ampia del previsto, non scatterà nessuna procedura per debito troppo alto nel 2017. Il problema resta il 2018: la correzione del deficit strutturale richiesta ad ottobre (0,3%) non è stata fatta, né tantomeno è stata inserita nella bozza di Def presentata ad aprile dal Governo Gentiloni a politiche invariate. Bruxelles dovrà quindi prendere atto della deviazione ancora esistente dal percorso di risanamento e del peggioramento del deficit strutturale nel 2019 che da 1,7% si allarga al 2%. Portando la deviazione da 0,3% a 0,6%.

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