Juve, festa con malinconia per l’addio di Buffon

I giocatori della Juve festeggiano il settimo scudetto consecutivo. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

TORINO. – Questa volta la festa ha un retrogusto di malinconia. L’ultima di Buffon alla Juve, sembrava impossibile, è arrivata. Il numero 1, il capitano, uno dei più grandi portieri della storia che infinite volte ha chiuso a chiave la porta bianconera, ha vissuto oggi l’ultimo atto della sua lunghissima carriera a Torino costellata di successi, nella passerella scudetto con il Verona, finita 2-1, con gol di Rugani e Pjanic e rete della bandiera per gli scaligeri dell’ex granata Cerci. Segnato non a Buffon, ma al giovane Pinsoglio che era entrato da poco per lasciargli l’applauso interminabile del pubblico.

Erano le 16.21, il minuto 63′ della partita, quando il n.1 ha lasciato il suo posto. Avrebbe sognato di chiudere con la Champions o il Mondiale, o tutti due, è andata un po’ meno bene. Ma quei buchi che restano in una bacheca zeppa di trofei diventano piccoli di fronte all’enorme affetto ed emozione di cui  il popolo bianconero, i compagni, i dirigenti, hanno impregnato lo stadio per l’ultima recita.

L’addio di Buffon ha fatto passare in secondo piano la festa per l’ultimo scudetto, il 34/o (ma all’ingresso dell’Allianz Stadium il 35 è stato sostituito con il 36, perché la Juventus considera anche i titoli revocati nel 2005 e nel 2006), ha fatto diventare lucidi gli occhi dei tifosi della Vecchia Signora non tanto per il nuovo trofeo luccicante sotto il diluvio di Torino ma per la separazione da ‘Gigi’.

Mille baci, abbracci, pacche sulle spalle, strette di mano, selfie per il numero 1. Un’enorme bandiera con la sua immagine aveva campeggiato prima del fischio d’inizio, sotto il messaggio della curva sud: “Solo chi tenta l’assurdo, raggiunge l’impossibile”.

Subito applausi al primo tocco di pallone e poi quando, prontissimo, ha respinto, un destro di Fares. Per poco Lichtsteiner, un altro che lascia la Juve, gli rovinava l’addio con un autogol. L’ultima azione da protagonista in bianconero per Buffon è stata un’uscita in area su Matos lanciato a rete da una titubanza della difesa, poco prima di lasciare il campo: l’attaccante brasiliano del Verona è caduto, ha allargato le braccia e chiesto il rigore. Un episodio da Var in altre circostanze, non oggi.

E d’altronde una manciata di secondi dopo Matos e Buffon si sono abbracciati sul campo, tra i sorrisi. Buffon ha lasciato il campo a Pinsoglio, al debutto in serie A, ma è Szczesny, oggi in panchina, a raccoglierne l’eredità. “Ho visto mille molte il video della conferenza stampa (giovedì, ndr) e sempre ho sperato in un finale diverso”, ha scritto Marchisio, uno di quelli che ha vinto tutti gli ultimi sette scudetti.

Sotto il diluvio, tuoni e rovesci di pioggia, la premiazione ufficiale. Tutti gli occhi erano ancora per Buffon, che aveva iniziato il giro del campo per stringere le mani ai tifosi, quando la partita si stava ancora giocando, e che per ultimo è tornato negli spogliatoi dopo l’infinito abbraccio con i tifosi.

(di Renato Botto/ANSA)

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