Presidenziali 2018, l’astensione protagonista

Le prime reazioni ai comizi venezuelani sono state quelle del Panama, il Cile e l’Argentina, mentre si aspetta arrivino quelle ufficiali degli Stati Uniti e l’UE che hanno sempre mantenuto di disconoscerle.  
Le prime reazioni ai comizi venezuelani sono state quelle del Panama, il Cile e l’Argentina, mentre si aspetta arrivino quelle ufficiali degli Stati Uniti e l’UE che hanno sempre mantenuto di disconoscerle.  

CARACAS – Con la chiusura progressiva dei seggi è iniziata la trasmissione dei dati elettorali. I risultati finali si sapranno solo a tarda notte o al mattino, a meno che il Consiglio Nazionale Elettorale decida di rompere la tradizione. Quella vissuta dai venezuelani è stata una domenica anomala, distante anni luce da quelle allegre, vive, entusiaste che in passato hanno caratterizzato le elezioni nel Paese. In questa tornata elettorale è stata messa in evidenza, senza che sorprendesse più di tanto, la profonda divisione politica che vive il Paese. Da un lato il “chavismo”, nel quale cominciano a fare breccia la stanchezza, la delusione, la rabbia e la frustrazione; e dall’altro l’Opposizione,  lacerata da incomprensioni, gelosie e divisioni.

In tanti seggi pochissima affluenza
In tanti seggi pochissima affluenza

L’astensione, direttamente o indirettamente, è stata la grande protagonista di queste elezioni. Nel corso della giornata, si è potuto osservare nei seggi collocati nei quartieri di classe media l’assenza quasi assoluta di elettori, mentre nei rioni più umili, bastioni ad oltranza del “chavismo”, una partecipazione poco entusiasta. E, soprattutto, l’assenza delle tradizionali lunghe file di votanti, nonostante gli appelli del presidente Maduro, dei leader del Psuv o, come denunciato attraverso le reti sociali, le promesse di “buoni in denaro” o la consegna di borse di alimenti.

Il “Frente Amplio Venezuela Libre”, nel presentare un primo bilancio della giornata elettorale, ha sottolineato che ha votato solo un 30 per cento dell’elettorato. Anche Delcy Rodríguez, Segretaria del “Movimiento Somos Venezuela”, ha fatto riferimento all’astensione. Ha detto che alcuni seggi erano stati costretti a posticipare la chiusura per la presenza di elettori e ciò starebbe a dimostrare che “l’astensione è stata sconfitta”.

Nel trascorso della giornata, alcuni candidati, in primis Henri Falcòn, hanno denunciato numerose irregolarità; le stesse che erano state annunciate dal Tavolo dell’Unità Democratica che si è ritirato sull’Aventino, disertando il processo elettorale. La coalizione dell’Opposizione aveva denunciato la parzialità dell’arbitro e la mancanza di trasparenza.

Le presidenziali in Venezuela, paradossalmente, sono state vissute con maggiore entusiasmo dalla diaspora venezolana. Specialmente da quella grossa fetta di emigranti che si oppone al presidente Maduro, candidato alla rielezione. A Madrid, come mostra il nostro video, i venezuelani hanno partecipato assi numerosi alla protesta organizzata da tutte le correnti politiche democratiche del  Paese. Altrettanto è accaduto nelle maggiori città europee.

Per conoscere l’esito della tornata elettorale – gli analisti danno per scontato il successo del presidente Maduro – si dovrà attendere i risultati ufficiali, quelli che offrirà a rete unificate la presidente del Cne, Tibisay Lucena.