Falcón e Bertucci: “E stato un processo elettorale discutibile.” 

Per i due candidati, il processo elettorale di domenica solleva molti dubbi di legittimità e perciò merita di non essere riconosciuto.
Per i due candidati, il processo elettorale di domenica solleva molti dubbi di legittimità e perciò merita di non essere riconosciuto.

Falcón e Bertucci: “E stato un processo elettorale discutibile.” CARACAS. – Conclusi gli scrutini delle elezioni, due degli avversari di Nicolás Maduro, Henri Falcón e Javier Bertucci, hanno questionato il processo elettorale, sulla base dell’accordo pre-elettorale siglato tra loro e il governo e che, stando alle loro parole non si sarebbe compiuto. 

“È obbligatorio per noi denunciare l’accordo firmato come non compiuto e quindi non riconosciamo questo processo elettorale come valido, per noi non ci sono state elezioni, bisogna farne delle nuove” ha detto Falcón, e aggiunto che è disposto a presentarsi ad una nuova corsa elettorale, “senza ricatti ne vantaggi, nel marco della Costituzione e la legge” .

Irregolarità nel processo 

Falcón  ha denunciato irregolarità durante le votazioni, soprattutto riguardo i famosi “punti rossi”. L’ex candidato ha informato che sono stati istallati 13.000 vicini ai seggi. Inoltre, ha criticato la gran quantità di casi dove il voto è stato assistito.

“Con questi meccanismi di coazione non possiamo sperare che l’elettore goda di libertà di scelta” ha affermato. 

Nuove elezioni senza Maduro

Anche Javier Bertucci è della stessa opinione di Falcón. Bertucci ha criticato i “punti rossi” dicendo pure che le garanzie non si erano rispettate.

L’ex candidato ha affermato che stavano quantificando i voti che potrebbero essere stati manipolati dai punti di controllo governativo, e che riconoscerà i risultati soltanto “se la differenza tra lui e Maduro è amplia.” Caso contrario, secondo Bertucci, sarebbe un bene ripetere i comizi senza Maduro come candidato.

L’astensione ha fatto male

E Falcón non ha dimenticato l’astensione che, secondo lui, è servita soltanto a dare maggior controllo a “un governo abituato a fare trucchi e giochetti con la dignità del popolo.”

In conferenza stampa ha affermato che hanno sempre sostenuto una uscita democratica ed elettorale e che non faranno mai niente che vada contro la Costituzione.

CNE riconosce vittoria a Maduro

Mentre Falcón e Bertucci gridano che le garanzie elettorali dell’accordo firmato col governo non si sono rispettate, il CNE annuncia i risultati che danno vincitore di gran lunga a Maduro.

Tibisay Lucena ha informato che il presidente è stato rieletto con 5.823.728 voti; Henri Falcón, 1.820.552; Javier Bertucci, 925.042 e Reinaldo Quijada soltanto 34.614. 

Il presidente del Potere Elettorale ha detto che questi risultati provengono dallo scrutinio del 92.5% dei voti, con una partecipazione del 46.01% e una proiezione del 48% per un totale di 8.603.936 voti validi. 

 “Il popolo del Venezuela si è pronunciato e chiediamo a tutti dentro e fuori la nazione che rispettino i risultati” ha detto la Lucena.

Secondo le cifre del CNE, Maduro ha ottenuto il 68% dei voti e Falcón il 21%. Un dato interessante rimane, comunque, il fatto che la partecipazione è stata del 46% del totale di votanti che superava i 20 milioni.

Giancarla Marchi

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