Dazi: Ue prevede fine tregua con Usa e prepara reazioni

Foto di una nave vista da prua che trasporta containers.
In luce settore farmaceutico.

BRUXELLES. – Cosa succederà il primo giugno è ancora poco chiaro, se scatterà la guerra dei dazi con gli Usa o se, dopo tanti tuoni come con la Cina, si aprirà un ombrello per evitare il peggio. Bruxelles, però, non si fa illusioni e prevede piuttosto la fine delle esenzioni sui dazi Usa o addirittura quote per le sue esportazioni di acciaio e alluminio.

Le contromisure sono già pronte, ma anche possibili concessioni agli Usa su tariffe doganali, auto incluse, e riforma del Wto nel caso in cui arrivasse l’esenzione definitiva. Non a caso la Cina ha teso un ramoscello d’ulivo dopo la ‘tregua’ con Washington tagliando proprio i dazi sulle importazioni di auto dal 25% al 15%.

L’Ue, intanto, va avanti con la sua agenda commerciale, pronta a lanciare entro metà giugno i negoziati per accordi di libero scambio con Australia e Nuova Zelanda dopo il ritiro degli Usa dall’intesa Tpp nel Pacifico. “Non abbiamo ancora chiarezza”, ha ammesso la commissaria Cecilia Malmstroem, “il termine scade il primo giugno, non penso saranno prolungate le esenzioni temporanee quindi dobbiamo prepararci a diversi scenari” dove la reazione Ue “dipende da quello che faranno gli Usa”.

Ma Bruxelles questa volta sembra meno ottimista. “Ci sono segnali che le esenzioni non saranno prolungate o che saranno decisi altri tipi di misure restrittive” tipo quote, ha riferito la responsabile Ue aggiornando i 28 sulle discussioni con il segretario di stato americano al commercio Wilbur Ross, che continueranno nei prossimi giorni.

“Francamente non sono sicura che siano abbastanza” per gli Usa le proposte messe sul tavolo dall’Ue, ha riconosciuto, ma la posizione dei 28 resta “unitaria” su “fermezza e determinazione”, ha sottolineato la segretaria di stato spagnola Marisa Poncela García. E questo nonostante la contrarietà della Germania che preferirebbe un approccio più soft e il cui ministro dell’economia Peter Altmaier ha invitato a “non lasciare niente di intentato”.

A prevalere resta l’approccio francese: “siamo alleati” degli Usa “ma non vassalli”, ha messo in chiaro il segretario agli affari europei Jean-Baptiste Lemoyne. Nel peggiore dei casi le contromisure Ue sui prodotti americani sono infatti pronte a scattare verso il 20 giugno. Se invece ci saranno quote, a seconda dell’impatto, l’Ue potrà adattarle.

A metà giugno comunque partiranno i negoziati Ue con Canberra e Wellington per intese incentrate sull’eliminazione dei dazi sulle merci e l’accesso agli appalti pubblici, con una liberalizzazione parziale dell’agroalimentare. E dal primo luglio entreranno in vigore i tagli tariffari di Pechino all’import di auto (dal 25% al 15% sia per benzina e diesel che ‘verdi’) – di cui buona parte di provenienza Usa – e a un’ottantina di componenti (dall’8-25% al 6%). Anche il nodo dell’operatore tlc cinese Zte, dopo il blocco da parte Usa, sembra ora andare verso una soluzione.

La cancelliera Angela Merkel è intanto in volo verso Pechino. Bruxelles mostra quindi il pugno duro ma spera ancora, anche se all’orizzonte si profilano già altre nubi tra cui “elementi preoccupanti” della posizione del futuro governo italiano sulle politiche commerciali.

(di Lucia Sali/ANSA)

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