L’estero mette in discussione i risultati elettorali e USA applica nuove sanzioni

La responsable de la diplomacia europea, Federica Mogherini
La responsable de la política exterior de la Unión Europea, Federica Mogherini, dijo que el organismo que representa estudia nuevas sanciones a funcionarios venezolanos

CARACAS – Le elezioni presidenziali venezuelane hanno provocato una serie di reazioni internazionali tra cui il rifiuto dei 14 paesi del Gruppo di Lima e l’applicazione di nuove misure punitive da parte degli USA.

L’Unione Europea dal canto suo, ha segnalato che il governo del Venezuela non ha garantito “elezioni libere e trasparenti”. Il suo portavoce, Carlos Martin ha comunicato che “l’UE lamenta che non ci sia stato un accordo per il calendario elettorale e che il processo elettorale non abbia garantito elezioni libere e trasparenti, che avrebbero dovuto contare con la partecipazione equa di tutti i partiti politici e senza ostacoli”.

Le parole di Marin sono state sottoscritte da Federica Mogherini che ha assicurato che l’UE continuerà a lavorare per trovare una soluzione pacifica e democratica per il paese. 

Paesi del G20 minacciano sanzioni

E molti paesi del G20 hanno espresso critiche nei confronti dei comizi. E l’Argentina, l’Australia, il Canada, il Cile, gli Stati Uniti e il Messico hanno accordato una dichiarazione di rifiuto.  Queste nazioni hanno sottolineato che non riconoscono i risultati di domenica perché il processo non è stato legittimo, visto che la convocazione è stata fatta dall’Assemblea Nazionale Costituente, escludendo la partecipazione di tutti gli attori politici e senza osservazione internazionale indipendente.

Inoltre, avrebbero definito il governo di Maduro un regime autoritario che dovrebbe smettere di fare soffrire il popolo e dovrebbe accettare un canale umanitario per ricevere cibo e medicine.

Nonostante ciò, gruppo auspica una soluzione pacifica con azioni e misure che ristabiliscano la democrazia nel paese e il rispetto per i diritti umani.

Ma intanto una misura potrebbe essere quella di riconsiderare le relazioni diplomatiche con il Venezuela.

Ambasciatori richiamati

Difatti, i paesi del gruppo hanno informato che avrebbero chiamato a consulto i loro ambasciatori a Caracas e convocato gli ambasciatori venezuelani nei loro paesi per esprimere la loro protesta.

Il Messico ha già riportato a casa la sua ambasciatrice e ha annunciato la riduzione “al minimo” dei rapporti culturali e di cooperazione, anche militare, e la sospensione delle visite di alti funzionari messicani in Venezuela.

Invece Trump ha deciso di proseguire con le misure punitive.

Le misure di Trump

Saputi i risultati, il governo di Donald Trump ha annunciato nuove sanzioni contro il Venezuela. Difatti, Trump ha limitato all’esecutivo venezuelano la vendita del debito venezuelano e degli attivi che possiede in territorio americano.

Altre reazioni di rifiuto e preoccupazione

Il Panama è stato il primo paese a disconoscere i risultati, e il brasile e Costa Rica hanno lamentato profondamente il modo com’è stato portato avanti il processo elettorale. Così pure  la Colombia che ha, inoltre,  ribadito la sua preoccupazione per la gran quantità di venezuelani che stanno scappando.

E l’opinione dell’argentino Macri e del cileno Piñera non è stata lontana dalle altre. Anzi, i due mandatari hanno apertamente chiamato il processo elettorale una “frode”.

Il ministro degli Esteri inglese, Boris Johnson si è mostrato deluso ma non sorpreso dal fatto che Maduro abbia voluto andare avanti con delle elezioni piene di difetti per “assicurarsi la vittoria”.

E il presidente del governo spagnolo, Mariano Rajoy, ha allertato che il suo paese studierà, assieme ai soci europei, misure opportune per il Venezuela dove non si sono rispettati “gli standard democratici minimi.”

Dalla sponda dell’ ONU, il segretario generale, Antonio Guterres, ha sostenuto che continua ad essere preoccupato per la situazione venezuelana soprattutto del suo popolo che sta affrontando penurie.

Chi riconsce Maduro presidente

Ma non tutti sono in disaccordo con la nuova vittoria di Maduro. Nonostante le tante critiche che hanno provocato le elezioni venezuelane, la missione del Consiglio di Esperti Elettorali di America Latina (CEELA) che ha accompagnato il processo, ha chiesto di riconoscere i risultati perché esprimono “la volontà del popolo venezuelano”. 

Della stessa opinione sono i paesi alleati del Venezuela: Russia, Cina, Bolivia e Iran. La Russia ha criticato l’intromissione degli USA, mentre per l’Iran i comizi sono stati “un gran successo per la democrazia del paese”. 

La Cina, invece, ha affermato che le parti devono rispettare i risultati perché rappresentano la decisione del popolo. E la Bolivia ha affermato che “ il questionamento della destra latinoamericana ha l’intenzione di legittimare una intervenzione straniera”.

Non poteva mancare, Daniel Ortega, il presidente del Nicaragua che ha riconosciuto la vittoria di  Maduro.

L’astensione più alta

L’indice di astensione di queste elezioni è stato il più alto nella storia del Venezuela. La cifra registrata ha raggiunto quasi il 54 %. Secondo i dati del CNE, Maduro è stato rieletto con 6,19 milioni di voti dei 20,5 milioni che sono stati chiamati alle urne.

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