Lira turca in picchiata, Erdogan trema a un mese dal voto

Donne turche al mercato di verdure.
Mercato di verdure ad Ankara.

ISTANBUL. – Per anni è stato il fiore all’occhiello di Erdogan. La crescita rampante e una ricchezza pro capite triplicata nei suoi 15 anni al potere erano le bandiere da sventolare in faccia a chi agitava dubbi su libertà e democrazia in Turchia. Ma a un mese dal cruciale voto presidenziale e parlamentare anticipato, l’economia rischia di trasformarsi nel suo tallone d’Achille.

Solo nelle ultime 24 ore, la lira turca ha perso circa il 5% rispetto al dollaro americano, con una frenata solo in serata dopo la convocazione di una riunione d’emergenza della Banca centrale. Una tendenza negativa condivisa con altri mercati emergenti, ma che per Ankara si è già trasformata in un allarme. Dall’inizio dell’anno, il calo rispetto al biglietto verde si aggira intorno al 20%, poco meno con l’euro: mai così male dalla crisi finanziaria di 10 anni fa.

Una situazione ancor più preoccupante per un’economia fortemente dipendente dai capitali esteri e con un disavanzo commerciale che non smette di crescere. Le cose sono precipitate proprio dopo un intervento diretto di Erdogan. Durante la sua visita a Londra la scorsa settimana, un’intervista rilasciata a Bloomberg per rassicurare gli investitori della City si è trasformata in un boomerang.

Forse non del tutto imprevedibile, visto che il ‘Sultano’ ha ribadito ancora una volta il suo impeto interventista sulle politiche monetarie, promettendo di impedire alla Banca centrale un rialzo dei tassi, che frenerebbe però la caduta della lira e la crescita di un’inflazione stabilmente sopra il 10%.

E a poco sono serviti finora le frenetiche riunioni del suo team economico e i tentativi di rassicurazioni dell’uomo di riferimento dei mercati ad Ankara, il vicepremier Mehmet Simsek, ex analista strategico di Merril Lynch proprio nella City.

“Quelli che credono che manipolando il dollaro danneggeranno la nazione e le sue tasche e modificheranno i risultati elettorali si sbagliano”, ha assicurato il portavoce del governo turco, evocando l’ennesimo complotto di una presunta lobby internazionale dei tassi d’interesse.

La Borsa di Istanbul ha annunciato la conversione in lire di gran parte dei suoi asset in valuta estera per mostrare fiducia nell’economia. Ma a esprimere preoccupazione è ora lo stesso ministro dell’Economia, Nihat Zeybekci, che in un’intervista tv ha invitato le “istituzioni responsabili” ad agire “immediatamente” per frenare queste dinamiche “speculative e anormali”. E anche l’opposizione chiede a Erdogan di non aspettare il voto, perché “l’economia si sta per schiantare contro un muro”.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

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