Corea del Nord chiude domani il sito dei test nucleari

Kim Jong-un osserva con un cannocchiale l'orizzonte, al suo lato un soldato coreano.
Kim Jong-un

PECHINO. – Il conto alla rovescia è iniziato e, meteo permettendo, la Corea del Nord smantellerà domani il sito dei sei test nucleari di Punggye-ri, tra le impervie montagne a settentrione intorno e all’interno del monte Mantap, dove ha costruito dal 2006 a 2017 il suo status di potenza atomica.

Se l’operazione andrà in porto, sarà un punto fermo, almeno d’immagine, consegnato dal leader Kim Jong-un al complesso cammino per denuclearizzare la penisola quando le incertezze sul summit di Singapore del 12 giugno col presidente americano Donald Trump sono quanto mai forti, nonostante la White House Communications Agency abbia già presentato la discussa moneta commemorativa del vertice di “pace” tra il “presidente” e il “supremo leader”.

Il tycoon, ricevendo alla Casa Bianca il presidente sudcoreano Moon Jae-in, ha evocato un possibile rinvio del vertice, esprimendo perplessità sul ritorno ai toni di dura retorica del Nord. E oggi ha rinviato alla prossima settimana la decisione.

Mentre il segretario di Stato Mike Pompeo, che ha incontrato Kim a Pyognyang due volte in due mesi, ha detto dinanzi alla commissione Affari esteri della Camera che gli Stati Uniti hanno fatto “zero concessioni” e che non c’è “alcuna intenzione” di farne. “C’è ancora molto da fare per un terreno comune” e un “cattivo accordo non è un’opzione”.

Insomma, un umore lontanissimo dall’ottimismo ostentato fino a pochi giorni fa. Trump ha incassato anche una piccata risposta di Pechino: “Gli unici sforzi fatti dalla Cina sulla vicenda sono stati di incoraggiare le due parti a fare pace e ad avere un dialogo. La nostra influenza è semplicemente positiva”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Lu Kang.

Nello Studio Ovale con Moon, Trump aveva ribadito per la seconda volta in pochi giorni di credere che “ci sia stato un cambio di attitudine di Kim dopo il meeting con Xi (del 7-8 maggio a Dalian, ndr). Il presidente Xi è un giocatore di poker di livello mondiale. E’ possibile che niente sia successo, non sto incolpando alcuno. Ma c’è stata una diversa attitudine dalla Corea del Nord dopo il secondo meeting”.

Malgrado le buone relazioni personali rivendicate con Xi, il sospetto del leader americano è che il presidente cinese abbia puntato la fiche “denuclearizzazione” nel negoziato commerciale con gli Usa. Bluff o no, si vedrà. Nel frattempo, gli 8 giornalisti sudcoreani, in standby fino all’ultimo, hanno avuto il via libera e nel pomeriggio si sono uniti agli altri media stranieri (da Cina, Usa, Gran Bretagna e Russia) a Wonsan, costa orientale nordcoreana.

“Se il meteo lo consentirà, la cerimonia di chiusura di Punggye-ri la terremo domani”, ha annunciato un funzionario del Nord citato dalla Yonhap. Il gruppo ha lasciato Wonsan con un treno speciale verso Punggye-ri, distante oltre 400 km. In una corrispondenza telefonica, Han Peng, reporter di Cgtn (canale in lingua inglese della tv statale cinese Cctv) ha parlato di treno con cabine, fornite di solide tendine.

E’ vietato osservare fuori dai finestrini e l’uso del Gps. Dopo 11 ore per 270 km fino a Kilju, è previsto il trasbordo sull’autobus per 4-5 ore, mentre “l’ultimo miglio” prevede una camminata di un’ora. “Se tutto andrà bene, saremo i primi media a vedere la struttura”, ha concluso Han. E, verosimilmente, anche gli ultimi.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

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