G-7 respinge risultati delle presidenziali in Venezuela

Germania, Canada, Stati Uniti, Francia, Italia, Giappone e Regno hanno respinto le “elezioni presidenziali” del 20 maggio per considerarle un processo senza le dovute garanzie democratiche. Nella foto le bandiere del paesi membri del G7
Germania, Canada, Stati Uniti, Francia, Italia, Giappone e Regno hanno respinto le “elezioni presidenziali” del 20 maggio per considerarle un processo senza le dovute garanzie democratiche. 

CARACAS – Anche il G7 ha rifiutato il processo elettorale venezuelano, che si è concluso con la vittoria di Nicolás Maduro coronata da una astensione vicina la 54%, la più alta della storia del paese.

“Il risultato manca di legittimità e credibilità”. Lo afferma il G7 che chiede al regime di Nicolás Maduro di “ripristinare la democrazia costituzionale in Venezuela e programmare elezioni libere e giuste che possano rappresentare la volontà del popolo”. 

Dunque, il G7 ha respinto i comizi e sostenuto che mentre “il regime di Nicolás Maduro si afferri al suo “dominio autoritario” i venezuelani continueranno ad essere vittime di abusi contro i diritti umani.

“Siamo solidali con il popolo del Venezuela e facciamo un appello al regime di Maduro perché restauri la democrazia costituzionale in Venezuela, organizzi elezioni libere e corrette, che riflettano veramente la volontà democratica del popolo, liberi immediatamente tutti i prigionieri politici, restauri l’autorità dell’Assemblea Nazionale e proporzioni un accesso completo, sicuro e senza ostacoli per gli aiuti umanitari”. Questo è parte del comunicato del gruppo in linea con il Consiglio dell’Unione Europea.

La dichiarazione del G7 viene dopo che Federica Mogherini denunciasse irregolarità durante le elezioni e assicurasse che i membri dell’Unione avrebbero preso in considerazione l’adozione di “misure adeguate”.

G7 e UE: stessa posizione

Perciò, il G7 e L’Unione Europea la pensano allo stesso modo sulla situazione venezuelana. Entrambi respingono il processo elettorale e considerano che” il governo venezuelano abbia perso un’opportunità per rettificare politicamente”.

Comunque, tanto i leader del G7 come l’UE ribadiscono il loro “compromesso per una soluzione pacifica, negoziata e democratica alla crisi venezuelana, e sperano che il governo accetti gli aiuti umanitari per andare in contro alla popolazione stremata dalla crisi economica. 

Sanzioni in vista?

Ma in serbo all’UE potrebbero esserci altre sanzioni contro il paese caraibico. Difatti, Federica Mogherini non ha messo da parte la possibilità di studiare nuove misure per fare pressione sull’esecutivo venezuelano.

Lo scorso febbraio, quando l’UE ha chiesto al presidente di indire comizi credibili e garantiti, la diplomatica aveva già allertato il governo di Maduro sulla possibilità di ricorrere a nuove misure.

 E prima ancora, a gennaio, i ministri degli esteri avevano accordato di sanzionare sette alti funzionari venezuelani per la repressione che il paese aveva vissuto. Tra questi c’era pure il numero due del governo venezuelano, Diosdado Cabello, il presidente del Tribunale Supremo di Giustizia, Maikel Moreno e il ministro degli Interni e Giustizia Néstor Reverol.