CARACAS. – I problemi si erano già fatti sentire agli inizi del 2017 e sono aumentati nel tempo, costringendo la linea aerea venezuelana Aserca a smettere di volare.
Aserca ha consegnato oggi il suo certificato di operatività all’Istituto Nazionale di Aeronautica Civile (INAC), un protocollo che devono seguire le aziende aeronautiche quando chiudono.
La decisione lascia a piedi all’incirca 1500 persone. L’azienda è stata fondata il 6 marzo del 1968 con il nome di Aero Servicios Carabobo C.A.
Ana Laura Puente, assistente di bordo da più di 5 anni ha affermato la crisi si è fatta sentire in agosto del 2017 quando sono stati sospesi 20 capitani e 25 assistenti d volo. “C’è stata una sospensione della programmazione di volo di queste persone che sembrava un licenziamento indiretto” ha detto la Puente, aggiungendo che l’azienda aveva assicurato che era una decisione momentanea.
Stando alla Puente, questa decisione, però, è stata l’inizio della fine. Si sono poi susseguiti molti problemi con i velivoli, che riportavano non pochi inconvenienti in volo o in fase di atterraggio. E l’azienda non accennava ad investire nella manutenzione.
Aserca aveva dunque iniziato a negoziare con piloti e tecnici per mantenerli come personale sotto contratto a tempo determinato per voli internazionali, decisione questa che avrebbe dovuto attenuare la crisi dei voli interni perché più redditizia.
Ma non è stato così. Un’altra impiegata ha riferito che se i lavoratori non accettavano la nuova proposta dell’azienda, cioè rinunciare al TFR di fine contratto per licenziamento, l’azienda toglieva loro i voli internazionali.
Le voci circolano
Dentro l’azienda si era speculato che gli investimenti che avrebbero dovuto fare ad Aserca sarebbero stati deviati alle linee aeree Santa Bárbara Airlines e Pawa Dominicana, che con Aserca Airlines, conformavano il Gruppo Cóndor C.A., del venezuelano Simeón García.
Le due aziende sarebbero diventate la priorità del proprietario che come tanti altri ha dovuto affrontare la scarsità di valuta estera e il debito non pagato dal governo venezuelano: due fattori che hanno inciso pesantemente sull’andamento delle spese di operatività del settore aeronautico nazionale.
La flotta
Aserca Airlines aveva 10 velivoli; 4 MD-83,5 MD-82 y 1 DC9-31, per le rotte nazionali che volavano tra Puerto Ordaz, Barquisimeto, Maracaibo, Maturín, Coro, e Caracas. E volava pure a Aruba, Curaçao e República Dominicana.
Aserca chiude 19 giorni dopo dell’uscita dal mercato nazionale di Santa Bárbara Airlines.
I lavoratori sperano che il governo contribuisca alla loro corretta liquidazione ma chiedono anche che le autorità capiscano l’enormità del problema che significa il collasso del sistema aereo venezuelano.