Missione Governo: paletti Colle, Euro-vincoli e bilancio intoccabili

Giuseppe Conte, dopo la consulta con il presidente Mattarella. A lato un corazziere lo saluta militarmente prima del discorso di accettazione con riserva.
Giuseppe Conte, dopo la consulta con il presidente Mattarella nel maggio 2018. (Foto archivio Ansa)

ROMA. – Giuseppe Conte entra al Quirinale con un foglietto e ne esce con due. Ci sono volute quasi due ore di colloquio tra il presidente e il professore di diritto privato per permettere al segretario della presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti, di uscire davanti alle telecamere e annunciare al mondo che uno dei Paesi fondatori dell’Unione europea sta per avere un governo. Un governo “populista”, secondo la definizione preferita dei media internazionali che da settimane osservano tra stupore e timore il “laboratorio Italia”.

Un’ora e cinquanta nello studio “alla vetrata” per un emozionatissimo Conte che è arrivato al Quirinale in taxi, ha percorso a piedi il loggiato del cortile d’onore ed è salito dal presidente. Sul foglio che teneva in mano c’era la parte concordata con Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Quella più populista, appunto. La seconda parte è stata il frutto del lunghissimo “faccia a faccia” con il capo dello Stato, il primo in assoluto tra i due uomini.

Giuseppe Conte esce dai giornalisti e inizia proprio dal secondo foglietto e sembra di sentire Mattarella: “sono consapevole della collocazione europea dell’Italia” infatti “il governo dovrà cimentarsi da subito con i negoziati in corso sui temi del bilancio europeo, della riforma del diritto d’asilo e del completamento dell’unione bancaria”.

Non poco come garanzia. Tanto che fonti del Colle in serata confermano che il premier incaricato ha dato ampie garanzie su quelli che rimangono paletti assoluti del presidente: cioè terrà conto delle “difficoltà dell’economia con la necessità di garantire agli italiani sicurezza finanziaria e all’Italia la fiducia dei mercati”. Ma anche, si sottolinea al Quirinale, “la necessità di rispettare i principi della Costituzione, compreso l’articolo 81 sui vincoli di bilancio”.

Questo è forse il passaggio più delicato di queste ore, un nodo gonfio di incognite politiche che ci porta anche al braccio di ferro tuttora in corso tra Quirinale e Lega e M5s. Il ministero dell’Economia e le perplessità manifestate da Mattarella sul nome di Paolo Savona alla guida del dicastero.

“Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico”, recita il primo paragrafo dell’articolo 81. Il che, sommato alla conferma della collocazione dell’Italia nell’Unione e nell’Euro, lascia ben capire quanto Conte si sia impegnato a formare un esecutivo che dovrà tenere conto che a ogni riforma debba seguire una copertura finanziaria e che tale copertura si debba muovere nel perimetro della flessibilità europea. Non oltre.

Ecco perché il presidente ha speso quasi due ore con il giurista per un colloquio definito “cordiale” e molto utile per instaurare un primo rapporto personale. C’è da giurare che Giuseppe Conte lo approfondirà sulla base di un principio propedeutico a tutto: il ruolo che la Costituzione assegna al presidente del Consiglio. Giuseppe Conte ha assicurato al presidente di esserne consapevole.

(Di Fabrizio Finzi/ANSA)

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