Un anno di Var: 115 “cambi”, meno rigori e ammonizioni

Serie A, la VAR: l'arbitro rivede le immagini a bordo campo
Serie A, la VAR: l'arbitro rivede le immagini a bordo campo

ROMA, 23 MAG – Ha appena un anno ma ormai tutti hanno imparato a riconoscere quel gesto che la chiama in causa, le due mani che mimano la forma rettangolare dello schermo tv. E’ la Var, che dopo il primo anno di vita si può ben dire abbia ottenuto anche lei la sua ‘promozione’ in campo.

La grande novità del calcio italiano, entrato nel futuro al minuto 37 di Juventus-Cagliari del 19 agosto 2017 quando l’arbitro Maresca ha chiesto per la prima volta l’intervento della ‘moviola’, spegne la sua prima candelina con 115 interventi in 380 partite di campionato (30,2%), 35 rigori fischiati (i penalty complessivi sono comunque calati da 132 a 126), 18 cancellati e una marea di cartellini gialli in mano.

Sono alcuni dei grandi numeri della rivoluzione copernicana nell’arbitraggio forniti da Tiziano Pieri, ex direttore di gara internazionale ed esperto di Var a Rai Sport, che ha calcolato che sulle 92 espulsioni della stagione, la Var è stata decisiva nel 20% delle volte (19 casi). Una percentuale più bassa se si considerano invece i rigori: in 35 casi su 126 (27%) è stato decisivo il consulto della ‘moviola’ per evitare liti in campo e polemiche sterili. Non a caso, le ammonizioni sono scese drasticamente: da 1.625 della scorsa stagione a 1.475, frutto soprattutto del calo del proteste dopo la verifica video.

Nelle 38 giornate, l’arbitro-tv è intervenuto almeno una volta, salvo nella penultima, l’unica in cui non c’è stato alcun cambio decisionale. L’arbitro più ‘aiutato’ è stato Valeri, con 10 cambi di decisione al video in 15 partite. Poi Orsato (7) e Di Bello (6). Tagliavento invece, quando è stato in cabina Var (14 volte), non hai mai corretto il collega in campo, cosa che invece Mazzoleni ha fatto 10 volte su 19. I gol tolti grazie alla Var sono stati 29, quelli assegnati 14.

“Il bilancio è sicuramente positivo – commenta Pieri – I numeri dicono che in 380 partite di Serie A sono stati fischiati quasi 10.000 falli (9.686 per l’esattezza). Se li confrontiamo con i 115 cambi decisionali, significa che l’incidenza del Var pesa circa per l’1% sulle decisioni arbitrali”.

L’unica nota dolente della stagione, rimarca l’ex fischietto, semmai “sono i 37 errori chiari ed evidenti, che i Var non hanno saputo correggere: penso a Fiorentina-Atalanta, Lazio-Torino, Crotone-Napoli, Cagliari-Juventus, Crotone-Cagliari, Inter-Benevento fino ad arrivare a Juventus-Bologna. Sono sicuramente errori dovuti a interpretazioni sbagliate degli arbitri che erano davanti al monitor – rimarca Pieri – ma il protocollo ha le sue colpe, perchè limita l’operatività degli arbitri. Ritengo ad esempio sbagliato non considerare da revisione le seconde ammonizioni che di fatto sono da considerarsi come l’espulsioni”.

Complessivamente, la ‘cabina di regia’ è intervenuta 122 volte in aiuto degli arbitri. Con un distinguo se si analizzano ad esempio rigori ed espulsioni tra andate e ritorno: sono stati 76 (di cui 19 grazie al Var) da agosto a dicembre, sono scesi a 50 (di cui 16 col Var), da gennaio a maggio; gli 11 espulsi con Var di fine andata sono scesi a 8 del ritorno.

Di converso, sono aumentati i gol tolti e assegnati dalla Var: rispettivamente dai 13 e 5 del girone di andata si è passati a 17 e 10. In fatto di rigori (dove la Lazio primeggia con 11 penalty a favore), il Cagliari è la squadra che ne ha usufruito di più grazie al Var: 4 su 7 complessivi, mentre Atalanta, Fiorentina, Juventus, Verona e Genoa seguono con 3.

Chievo e Napoli sono le uniche due squadra a non aver ottenuto rigori-var, ma i clivensi al contrario degli azzurri (a cui la Var non ha fischiato nessun rigore contro, al pari di Atalanta, Milan, Fiorentina e Samp) ne hanno avuti contro, grazie alla tecnologia, 4 (così come Torino e Spal). A Fiorentina e Genoa la Var ha tolto 3 rigori inizialmente assegnati dall’arbitro, alla Lazio e al Sassuolo due.

Lascia un commento