Giro: Yates crollo a metà, a Pratonevoso salva il primato

Il tedesco Maximilian Schachmann, vincitore della tappa con arrivo a Pontenevoso, in azione al Giro d'Italia.
Il tedesco Maximilian Schachmann in azione al Giro d'Italia. EPA/LAURENT GILLIERON

PRATONEVOSO (CUNEO). – Il trittico alpino si apre con due notizie per Simon Yates, da 13 giorni maglia rosa del 101/o Giro d’Italia di ciclismo: una buona e un’altra cattiva. La prima riguarda la sua leadership, che resiste nel giorno della prima, vera crisi del britannico.

La seconda è che, in un chilometro e mezzo, l’ultimo della tappa partita da Abbiategrasso (Milano) e conclusa agli oltre 1.600 metri di Pratonevoso (Cuneo), l’inglesino volante ha visto dimezzare il proprio vantaggio su Tom Dumoulin: da 56″ a 28″. Come nemmeno nella cronometro, terreno ideale per l’olandese, vero e proprio missile che viaggia a velocità supersonica dalla partenza all’arrivo.

Ma la novità del giorno – più lieta per i colori italiani – è rappresentata dallo stato di forma di Domenico Pozzovivo, saldamente sul terzo gradio del podio, a 2’43” dal primato. Il ‘Ragazzo di Lucania’ si è presentato sul traguardo, guidando il trio completato da Dumoulin e Froome, che si era formato dopo l’attacco del quattro volte vincitore del Tour: lo ‘skyman’ aveva allungato nella fase cruciale della salita, forse senza nemmeno sperare in una débacle della maglia rosa. Yates, invece, nel giro di poche decine di metri, si è staccato come mai prima di oggi.

Dopo 17 tappe a tutta, nella 18/a frazione ha sentito le gambe venir meno e ha visto allontanarsi pericolosamente i principali inseguitori: in quel gruppetto che lo ha stretto in una morsa micidiale c’erano, infatti, dal secondo al quarto rivale della generale. Un incubo che è svanito solo alla vista del traguardo.

Pozzovivo, però, fra gli attaccanti, è apparso quello con la pedalata più agile, il volto teso non per la fatica, la paura o la rassegnazione, ma per via della concentrazione. Il ‘Pozzo’ era talmente in corsa che, non appena Poels, gregario di Froome, ha sbagliato una curva, andandosi a infilare in un vicolo senza uscita, ha proseguito per la propria strada senza cadere nel tranello generato dalla scia. Un contrattempo che gli avrebbe fatto perdere dei secondi, costringengolo a inseguire Dumoulin e Froome.

Segnali rassicuranti dal capitano della Bahrain-Merida che, fra domani e dopodomani, andrà a caccia di gloria, in altre parole di una vittoria di tappa o addirittura puntando a qualcosa di più clamoroso di un posto sul podio di Roma. Con un Pozzovivo così, fra Bardonecchia e Cervinia, sul Colle delle Finestre come sul Saint-Pantaléon, può accadere di tutto. Anzi, di più. Basterebbe una mini-crisi di chi gli sta davanti…

Il Giro d’Italia resta sospeso sul filo del rasoio, come lo sono stati gli ultimi, in particolare quello dell’anno scorso e del 2016, quando Vincenzo Nibali ribaltò la situazione in un paio di tappe, spodestando dal trono il colombiano Esteban Chaves. Adesso toccherà a Dumoulin, Froome e soprattutto Pozzovivo alimentare le proprie ambizioni di primato, costringendo Yates a una difesa a oltranza, con ogni mezzo, cercando magari di spianare la Cima Coppi.

Il resto lo scopriremo solo pedalando. La tappa di oggi, lotta per la rosa a parte, ha premiato la fuga di Ballerini e Cattaneo (Androni Sidermec), Pfingsten (Bora Hansgrohe), Plaza (Israel), Kuznetsov (Katusha Alpecin), Van Emden (Lotto Nl-Jumbo), Van Poppel (Trek Segafredo), Marcato (Uae Emirates), Fonzi e Turrin (Wilier selle Italia), Morkov e Schachmann (Quick-step Floors).

Alla fine sono rimasti in tre, sulla salita decisiva di Pratonevoso: Cattaneo, Plaza e Schachmann, che si sono a lungo dati battaglia a vicenda e c’è voluto un allungo da pistard del tedesco per dirimere la questione e conquistare un successo meritato quanto atteso.

(dell’inviato Adolfo Fantaccini/ANSA)