Il Messico disconosce i risultati  delle elezioni in Venezuela

Bandera de Màexico
La Segreteria degli Esteri del governo messicano ha comunicato che non riconosce i comizi in Venezuela perché non hanno compiuto con gli standard internazionali di un processo democratico libero, corretto e trasparente.

CARACAS – La Segreteria degli Esteri del governo messicano ha comunicato che non riconosce i comizi in Venezuela perché non hanno compiuto con gli standard internazionali di un processo democratico libero, corretto e trasparente.

Questo è quanto ha comunicato il vicecancelliere messicano Luis Alfonso de Alba. I messicani non riconoscono la legittimità delle elezioni del 20 maggio.

La prima a saperlo, infatti, è stata l’ambasciatrice venezuelana in Messico, María Lourdes Urbaneja. Urbaneja è stata informata che le relazioni con il Venezuela saranno ridotte, e quindi, potranno essere cancellate attività culturali e di cooperazione. 

Il vicecancelliere messicano ha ribadito alla diplomatica venezuelana che il Messico non riconosce la legittimità del processo “per non compiere con gli standard internazionali di un processo democratico, libero, corretto e trasparente.”

 Il Messico ha chiamato a consulto l’ambasciatrice messicana in Caracas Eréndira Paz quando ha annunciato la sua posizione, in linea con quella del Gruppo di Lima di cui fa parte.

L’accordo del Gruppo di Lima

Difatti Le decisioni prese dal Messico seguono la linea adottata dai paesi del Gruppo di Lima che non hanno riconosciuto i risultati elettorali venezuelani, e hanno deciso di diminuire le relazioni diplomatiche con il paese caraibico.

Durante l’incontro tra l’ambasciatrice venezuelana e il vicecancelliere messicano, le è stato ricordato il contenuto dell’accordo sottoscritto dai governi di Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Guyana, Honduras, Messico, Panama, Paraguay, Perù e Santa Lucia. 

Ma sebbene il governo messicano abbia preso la decisione di restringere le relazioni con il Venezuela, ha sostenuto che cercherà, tramite la via diplomatica, che si “restauri l’istituzione democratica, il rispetto dei diritti umani e lo stato di diritto” in Venezuela.

Possibili misure economiche

Ma anche se l’estero dichiara che la miglior soluzione per il Venezuela deve essere pacifica e democratica, la pressione viene fatta comunque. In questa direzione, difatti, si muove la dichiarazione dei paesi del Gruppo di Lima, i quali sono arrivati ad un “patto” che potrebbe impedire nuovi accordi economici con il Venezuela. 

Il patto sottoscritto, prevede avvertire le entità finanziarie e bancarie del rischio a cui potrebbero andare in contro se realizzano transazioni col governo venezuelano senza che queste siano avallate dall’Assemblea Nazionale. 

Tra le operazioni che potrebbero trovarsi sotto mira ci sarebbero i pagamenti e crediti reciproci per operazioni di commercio estero, inclusi i beni militari e di sicurezza”.

Queste regole sono state annunciate dalla Segreteria di “Hacienda y Crédito Público” del Messico, paese appartenente al Gruppo, la quale starebbe valutando anche altre misure da imporre alle istituzioni che facciano tali transazioni.

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