Mondiali, leader tifosi russi: “Allarme hooligan infondato”

Persone passeggiano in una via di San Pietroburgo con la vetrina di un negozi con palloni e mascotte del mondiale.
San Pietroburgo, il logo ufficiale dei mondiali. EPA/ANATOLY MALTSEV

MOSCA. – Gli allarmi apparsi sulla stampa occidentale riguardo possibili attacchi ai tifosi stranieri nel corso del mondiale sono “infondati”. Il progetto, infatti, è voluto dal presidente Vladimir Putin in persona e tutto deve filare liscio. E’ quanto sostiene Aleksandr Shprygin, leader dell’Unione Panrussa dei Tifosi, in un colloquio con l’ANSA. “Il mondiale è un progetto voluto personalmente dal presidente Putin e il governo si assicurerà che tutto vada per il verso giusto”, ha spiegato Shprygin.

“Mentre in passato le autorità chiudevano un occhio sulla violenza negli stadi, negli ultimi tempi ogni episodio viene perseguito”, ha aggiunto Shprygin. Che peraltro è lui stesso bandito dagli stadi del mondiale in quanto considerato elemento pericoloso. Insomma, tolleranza zero per gli hooligan. Non è sempre stato così. Fino a non molto tempo fa, infatti, erano tollerati e a tratti incoraggiati dalle autorità russe.

Restano celebri le parole di Igor Lebedev, vice presidente della Duma, la camera bassa del Parlamento russo. “Non trovo che ci sia niente di male negli scontri tra tifosi”, aveva detto, commentando la violenza scatenata dagli hooligan russi a Marsiglia durante l’Europeo del 2016. “Anzi, bravissimi i nostri ragazzi, continuate così!”.

Il timore che la violenza di due anni fa si ripeta non sembra così improbabile, se consideriamo il vento di guerra fredda 2.0 che soffia sul mondiale. In particolare, con il gelo dei rapporti tra Russia e Inghilterra in seguito all’avvelenamento dell’ex spia russa Skripal si teme per l’incolumità dei tifosi inglesi. Secondo voci circolanti sul web, gli ultras russi e argentini hanno infatti stretto un’alleanza in chiave anti inglese.

Dal canto loro, gli hooligan britannici avrebbero promesso di portare “la terza guerra mondiale” in Russia. Tutte “favole”, secondo Shprygin, che punta il dito contro i media occidentali, accusandoli di seminare rancore, mettendo a repentaglio la sicurezza dei tifosi. Intanto le autorità inglesi hanno invitato alla cautela i cittadini diretti al mondiale, dissuadendoli dall’esibire bandiere e altri simboli patriottici: potrebbero urtare la sensibilità dei russi, dicono.

Fonte di ulteriore preoccupazione è la xenofobia dilagante nelle tifoserie russe. Cori razzisti diretti contro i calciatori di colore hanno segnato una partita amichevole tra Russia e Francia tenutasi a marzo a San Pietroburgo. Un fenomeno del tutto episodico secondo Shprygin.

“Adesso bastano un paio di croci celtiche e qualche coro isolato per accusare l’intera tifoseria di razzismo”, ha minimizzato, aggiungendo che i tifosi omosessuali non avranno nulla da temere durante il mondiale.

Certo, questo a patto che rispettino le “tradizioni locali”, ha precisato, riferendosi alla legge sulla propaganda omosessuale ai minori, che di fatto proibisce pubbliche manifestazioni di orientamenti sessuali non tradizionali. “Basta che i gay non si tengano per mano o si bacino sulla Piazza Rossa” ha concluso.