Rajoy in trincea, venerdì il Congresso vota la sfiducia

il premier spagnolo Mariano Rajoy a testa bassa, sembra soccombere alle accuse
Il premier spagnolo Mariano Rajoy

MADRID. – Potrebbe essere l’ultima battaglia politica per il finora inaffondabile veterano premier spagnolo: il Congresso dei deputati ha deciso la mozione di sfiducia ad alto rischio presentata contro di lui dal leader socialista Pedro Sanchez sarà votata venerdì. Mariano Rajoy è subito sceso in trincea: ha cancellato tutti gli impegni della settimana e si è chiuso con consiglieri e alleati – quelli che restano – nella Moncloa per preparare il combattimento, denunciando “l’instabilità” che porterebbe al Paese la sua caduta. E continuando a prendere colpi.

La mozione di sfiducia è stata presentata dopo che giovedì scorso l’Audiencia Nacional, in primo grado, ha condannato (per la prima volta in Spagna) un partito, il Pp, per corruzione, e l’ex tesoriere Luis Barcenas a 33 anni di carcere e a 44 milioni di multa. Poi il tribunale ha girato il coltello nella piaga, decidendo di mandare subito in carcere Barcenas, senza aspettare l’appello.

“Il tempo politico di Rajoy è finito”, ha tuonato Sanchez, annunciando un programma in tre punti: “Sfiducia, stabilità, elezioni”, ma non subito davanti “all’emergenza istituzionale”. Rajoy scenderà nell’arena del Congresso in svantaggio apparente. La sfiducia per farlo cadere deve ottenere 176 voti su 350. Il premier al momento conta solo sui 134 deputati del Pp.

I suoi alleati di inizio legislatura lo hanno mollato: Ciudadanos (Cs, 32 seggi) chiede che se ne vada e convochi prima elezioni anticipate immediate. I 5 baschi del Pnv sono disposti a votare la censura ad alcune condizioni. Il Psoe mette in campo 83 deputati con l’appoggio di Podemos (69), che vuole cacciare il “partito delinquente” dal governo. I 17 separatisti catalani sono pronti alla sfiducia in cambio di gesti per i loro ‘detenuti politici’ in carcere a Madrid.

Insomma, almeno 200 dei 350 onorevoli spagnoli vorrebbero far cadere Rajoy. Ma con obiettivi diversi. E questo forse dà al premier una chance di uscirne vivo venerdì. Secondo il sistema spagnolo, una mozione di sfiducia deve essere ‘costruttiva’, non deve solo far cadere il premier, ma proporne subito uno alternativo. In questo caso Sanchez. E se tutti meno il Pp sono d’accordo per cacciare Rajoy, molti non vogliono il leader Psoe al suo posto.

Sanchez al momento non ha una maggioranza per governare, e il Senato – che non vota la fiducia – è controllato dal Pp. Per evitare di essere accusato da Pp e Cs di ‘tradimenti’ con i separatisti, il Psoe ha annunciato che non tratterà con nessuno sulla sfiducia, perché è “un’opera di igiene democratica” per tutti. Ciudadanos, a gonfie vele nei sondaggi, non vuole Sanchez premier ma elezioni immediate, triplicare i consensi e prendere la Moncloa. Il Psoe promette se vince di convocarle, ma senza fretta. Il leader di Cs Albert Rivera non si fida e cerca di convincere Rajoy a lasciare e a sciogliere le camere per l’autunno in cambio di qualche mese di ossigeno. La partita è complicata, e il voto di venerdì ad alta suspense.

(di Francesco Cerri/ANSA)

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