UE ai preparativi di nuove sanzioni contro il Venezuela

Le bandiere dell'Unione Europea sventolando
I paesi UE hanno deciso di sottoscrivere nuove sanzioni contro il paese a seguito ai risultati elettorali considerati poco credibili e affidabili.  

Bruxelles. – Luce verde per nuove sanzioni contro il Venezuela. Così l’Unione Europea reagisce ai risultati elettorali del 20 maggio.  

Le nuove misure punitive sarebbero dirette ad una “lista di persone” che hanno avuto un ruolo da protagonisti durante la celebrazione dei comizi presidenziali e amministrativi.

Secondo informazione di EFE, l’UE farà conoscere i nomi dei sanzionati durante la prossima riunione programmata per giugno.

“L’Unione attuerà con rapidità, secondo i procedimenti stabiliti, con l’obiettivo di imporre misure restrittive dirette e riversibili, che non rechino danno alla popolazione venezuelana, la cui situazione è già di per sé molto difficile, una situazione che l’UE vuol aiutare ad alleviare” hanno affermo i ministri degli esteri in una dichiarazione.

Le parole di Dastis

E il ministro degli Esteri spagnolo, Alfonso Dastis, ha chiarito che la meta della riunione UE era “mettere in marcia i procedimenti per allargare il numero di persone sottoposte a sanzioni”. Una dichiarazione che indica che i sanzionati oltrepasseranno i sette già raggiunti da  misure restrittive: tutti   collaboratori stretti del neo rieletto presidente Maduro. 

L’organismo internazionale ha dichiarato che gli avvenimenti degli ultimi giorni in Venezuela “hanno allontanato ancora di più la possibilità di arrivare ad una soluzione negoziata e costituzionali che sia garante del rispetto della democrazia, lo stato di diritto e i diritti umani.”

I membri UE lamentano che, nonostante i numerosi appelli degli attori politici nazionali e della comunità internazionale, perfino quelli dell’UE, si siano celebrate elezioni presidenziali prima del tempo “senza un accordo sulla data o sulle condizioni, e in circostanze che non hanno permesso la partecipazione di tutti i partiti politici in modo equo.”

Gli argomenti sostenuti, sono quelli che già conosciuti: le proibizioni e gli ostacoli alla partecipazione dell’opposizione, così come la non adempienza degli standard democratici, tra i quali si menziona “l’abuso dell’uso delle risorse dello stato, la coercizione elettorale e l’accesso non equo ai mezzi di comunicazione. Tutti questi elementi – affermano – hanno contribuito a celebrare delle elezioni né libere né corrette.

Le altre richieste

L’UE chiede, inoltre, di riconoscere l’indipendenza delle istituzioni elette democraticamente come l’Assemblea Nazionale, la liberazione dei prigionieri politici, la difesa dello stato di diritto e dei diritti umani, e di tutte le libertà fondamentali.

Quindi, l’UE ribadisce la sua ferma volontà di aiutare il paese ad uscire della crisi in maniera democratica.

Oltre in Venezuela, altri conflitti da gestire

Oltre alla situazione venezuelana, l’UE deve gestirne delle atre. Il patto nucleare tra l’Iran e gli USA, il futuro accordo tra l’UE e i paesi del gruppo Africa, Caribe e Pacifico (ACP) in sostituzione dell’accordo di Cotonù che si estingue nel 2020 e  le relazioni tra la Corea del Nord e gli USA.

Lascia un commento