L’onda lunga dell’Italia travolge Wall Street, affondano le banche

Una giornalista finanziaria controlla al computer l'andamento delle borse.
Una giornalista controlla al computer l'andamento delle borse. ANSA/LUCIANO DEL CASTILLO

NEW YORK. – La crisi politica dell’Italia travolge le piazze finanziarie europee e, con la sua onda lunga, non risparmia neanche Wall Street. I listini americani tremano e chiudono la peggiore seduta da aprile, con i finanziari particolarmente penalizzati. L’euro intanto affonda e scende nei confronti del dollaro ai minimi da luglio 2017. In forte calo anche il petrolio, mentre l’oro – bene rifugio per eccellenza – sale dello 0,2% con gli investitori a caccia di riparo da una situazione che ‘minaccia’, secondo analisti e osservatori, l’Europa e l’area euro.

”Monitoriamo da vicino gli eventi” in Italia, dice il Dipartimento di Stato americano, che ricorda come il nostro Paese sia uno dei più stretti alleati degli Stati Uniti, auspicando di poter presto lavorare con un nuovo governo. Piazza Affari intanto archivia la seduta in calo del 2,65% in attesa del governo, bruciando altri 17 miliardi di dollari, mentre lo spread avanza.

L’ondata di vendite si ripercuote in tutta Europa, accentuata dalla crisi spagnola dove venerdì è in calendario il voto di fiducia sul premier Mariano Rajoy. La Borsa di Madrid cala del 2,49%, mentre contengono le perdite sotto il 2% Francoforte e Parigi. Wall Street apre in forte calo e accentua le perdite dopo la chiusura della piazze europee, con il Dow Jones che arriva a perdere fino a 500 punti, per poi chiudere a -1,58%, e gira in negativo per l’anno.

A innervosire è l’incertezza nel Vecchio Continente che riporta alla memoria la crisi del debito del 2011-2012. Il timore – messo in guardia dagli osservatori – è quello di una nuova crisi esistenziale per l’Europa e l’euro: le nuove elezioni in Italia potrebbero essere – è la preoccupazione – un referendum sull’appartenenza alla moneta unica.

”L’Ue è in una crisi esistenziale. Tutto quello che poteva andare storto è andato storto”, per scappare alla crisi ”ha bisogno di reinventarsi” dice il filantropo miliardario George Soros, mettendo in guardia dalla possibilità di una nuova ”crisi finanziaria”. Soros propone la sua ricetta per l’Europa, che include un piano Marshall per l’Africa finanziato dall’Europa per far fronte alla crisi dei migranti. Osservando come sarebbe necessario non forzare i paesi ad accettare quote sui rifugiati, Soros nota che il regolamento di Dublino ha scaricato un ”peso ingiusto” sull’Italia e su altri paesi del Mediterraneo con ”implicazioni politiche disastrose”.

A parlare di crisi esistenziale per l’Europa non è però solo Soros. Diversi investitori infatti concordano e si riposizionano: Amundi Asset Management, il maggiore investitore europeo con 1.400 miliardi di euro sotto il suo controllo, ha già ridotto la sua esposizione verso il debito dei paesi del sud Europa quest’anno e ora è in modalità di ”attesa” afferma Isabelle Vic-Philippe, responsabile del debito dei paesi dell’area euro di Amundi Asset Managament.

Dickie Hodges, manager di bond a Nomura Asset Management, gruppo che ha in gestione 457 miliardi di dollari, ha rimosso tutti le sue proprietà di debito italiano e spagnolo, e ridotto quelle nel debito portoghese. Le tensioni europee si abbattono su Wall Street, alimentando i dubbi sulla tabella di marcia della Fed sui rialzi dei tassi di interesse, che finora ha sostenuto le banche lasciando intravedere un miglioramento dei margini.

Le big chiudono così la seduta in forte calo: JPMorgan perde il 4,27%, Goldman Sachs il 3,40%, Morgan Stanley il 5,77%, Citigroup il 3,99% e Bank of America il 3,98%. L’attenzione è ora sulla Fed ma anche sulla Bce, con molti che si chiedono se il ‘whatever it takes’ di Mario Draghi del 2012 possa essere ancora valido con l’avvicinarsi della sua scadenza alla guida della Bce.

(di Serena Di Ronza/ANSA)

Lascia un commento