Alimentari e carburanti spingono il balzo dell’inflazione

Un carrello della spesa e signore scelgono la verdura nello scaffale.

ROMA. – L’inflazione rialza la testa, raddoppiando nel giro di un solo mese spinta dai rincari degli alimentari e dei carburanti. Il termometro dell’Istat per maggio segna infatti un tasso all’1,1% dallo 0,5% di aprile. L’Italia stavolta segue a ruota quello che sta accadendo nel resto dell’eurozona, dove l’indice è gia all’1,9%, un valore che si allinea al target fissato dalla Bce.

Tuttavia nella Penisola i ‘panieri’ che più contano per le famiglie, il carrello della spesa e l’insieme dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto, gravitano proprio intorno al 2%, ai massimi da oltre un anno. Le associazione dei commercianti e dei consumatori non vedono di buon grado l’impennata, lamentando ripercussioni sulla capacità di spesa e stangate sulle famiglie.

D’altra parte era prevedibile si facessero sentire i rialzi segnati dal prezzo del petrolio, cosa che evidentemente vale anche fuori dai confini nazionali. In Italia, poi, il mese scorso l’inflazione era stata tenuta bassa dalle riduzioni delle tariffe su luce e gas. E ancora, l’avvicinamento dell’estate ha dato il suo contributo, aprendo ai rincari dei prodotti di stagione. Per Coldiretti la colpa ricade sul “clima impazzito”, che ha provocato un aumento annuo dell’8,1% per la frutta.

La spesa al supermercato è così schizzata all’1,9%. Ma anche la benzina (5,2%) e il gasolio (+7,2%) fanno rilevare rialzi che non si vedevano da maggio scorso. A tutto ciò si aggiunge il discorso vacanze, come testimonia il balzo dei costi per pacchetti turistici, voli e hotel.

Un aumento dei prezzi era quindi da mettere in conto, ma quello registrato dall’Istat oltrepassa le attese, almeno secondo Confcommercio, che avverte: “Questa tendenza, se confermata nei prossimi mesi potrebbe rappresentare un ulteriore elemento di criticità per la ripresa dei consumi”.

Timore condiviso da Federdistribuzione, secondo cui “un andamento inflattivo di questo tipo erode il potere d’acquisto”. Il Codacons punta il dito contro “l’incertezza politica” e “le speculazioni sul caro-benzina”, stimando un aggravio fino a 430 euro annui sul portafoglio di una coppia con figli.

La stessa cifra viene fuori anche dalle elaborazioni fatte dall’Unc. Facile capire come tutti siano concordi nel chiedere, ancora una volta, lo stop ai rialzi dell’Iva. Confesercenti invoca anche “un taglio delle accise”. Intanto c’è chi stima, è il caso della direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, un tasso d’inflazione “in area 1,8-1,9% per fine anno”.