Governo M5s-Lega al lavoro sui primi cento giorni

La foto di gruppo della squadra di Governo con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (al centro) al Quirinale,
La foto di gruppo della squadra di Governo con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (C) al Quirinale, Roma, 1 giugno 2018. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – Confronto con L’Europa e attenzione a non rovesciare a svantaggio dell’Italia gli equilibri con i paesi alleati. Su questi cardini poggiano le prime mosse del governo giallo-verde guidato da Giuseppe Conte. Ma oggi è il giorno della festa, per M5S e Lega, il giorno in cui vengono messi da parte sospetti e veti incrociati. Il giorno in cui si comincia ad abbozzare lo schema programmatico.

A Luigi Di Maio e Matteo Salvini toccherà, innanzitutto, conciliare due mondi lontani, quello pentastellato e quello leghista. Non sarà facile, a cominciare dalla distribuzione dei viceministeri e dei sottosegretariati, con alcuni nodi da sciogliere, come quello della delega – guardata come sempre con interesse da Silvio Berlusconi – alle Tlc.

Ma Di Maio (che in mattinata riunisce i suoi ministri prima del giuramento) e Salvini dovranno far convivere anche il mood da “governo di lotta”, rimarcato da fonti leghiste, con un’Europa con la quale, su migranti e conti, lo scontro è dietro l’angolo. Anche se il “cambio” tra Paolo Savona e Giovanni Tria al Mef ha ammorbidito i toni pentaleghisti spazzando ogni ipotesi di uscita dall’euro.

Di Maio e Salvini sono a capo dei ministeri più consoni al loro percorso elettorale. Il primo guida quello che si prospetta come un super ministero Mise-Lavoro e annuncia già che, tra le sue priorità, ci saranno reddito di cittadinanza, superamento della legge Fornero e l’istituzione di un salario minimo orario. Il secondo, nelle sue prime ore da ministro, mostra il volto più “aggressivo” del governo Conte, annuncia già tagli agli aiuti ai migranti e il fermo impegno di ricontrattare le regole europee.

Ma non saranno le uniche misure-bandiera dei primi cento giorni del governo giallo-verde: a margine del Consiglio dei ministri di questo pomeriggio si sarebbe già parlato, infatti, di un cospicuo taglio alle auto blu e di limitare, per quanto possibile, gli aerei di Stato. Perseguendo così quella linea del taglio ai costi della politica che ha portato il M5S a Palazzo Chigi.

Date certe, per ora, non ce ne sono. Ma se il M5S spingerà per una misura immediata che vada nella direzione del reddito di cittadinanza, la Lega proverà a mettere in campo l’istituzione della flat tax: “la faremo subito per le famiglie con almeno tre figli”, promette il ministro alla Famiglia Lorenzo Fontana. Poi ci sono i rapporti internazionali, con Conte che avrà un esordio “caldissimo”, tra pochi giorni al G7 del Canada.

La telefonata arrivata quando il “professore” era stato incaricato per la prima volta apre già un asse con il presidente della Francia Emmanuel Macron mentre i rapporti con la Russia, in questi primi mesi, saranno perseguiti in piena continuità senza toccare la questione sanzioni.

Poi ci sono i dossier non programmatici, dall’Ilva a Alitalia fino al tema flussi. Dossier contenuti in un fascicolo che il premier uscente Paolo Gentiloni ha consegnato al suo successore a margine del passaggio della campanella. Conte, nel delicato ruolo di mediatore tra lo status quo e un governo sulla carta “rivoluzionario”, leggerà il documento con attenzione, attento a smussare l’impeto da rottura del governo giallo-verde.

(di Michele Esposito/ANSA)