Prigioniera e violentata per sei mesi, arrestato aguzzino

Una "pantera" della Polizia di Stato.
Una "pantera" della Polizia di Stato. (Ansa)

TORINO. – Le ha teso una mano, offrendole un posto dove dormire in un momento di difficoltà economiche. Dietro la proposta di aiuto a quella ragazza, c’erano però ben altre intenzioni e infatti, dopo averla convinta a seguirlo a casa, l’ha segregata in un capanno abbandonato alla periferia di Torino e l’ha ripetutamente violentata. Per sei mesi.

Un romeno di 39 anni è stato arrestato dalla polizia per violenza sessuale e denunciato per sequestro di persona e lesioni gravi. Lui, un senzatetto, con alle spalle innumerevoli precedenti penali, ha conosciuto la sua vittima nel 2017, sotto i portici della città. Lei, ex ballerina arrivata dalla Russia, sognava di calcare i più importanti teatri europei.

La vita, però, è andata diversamente: la lontananza da casa e i problemi economici l’hanno portata a vivere in strada, tra i clochard. A chiedere qualche spicciolo per mangiare, qualche coperta per superare la notte, qualche scatolone per ripararsi dal freddo. L’uomo le si era avvicinato e si era offerto di ospitarla nella sua ‘abitazione’.

“Un luogo abbandonato, ma confortevole. Non ho una casa, ma ho trovato un posto dove trascorrere le giornate”, le aveva raccontato, offrendole una speranza di riscatto. Per la donna, invece, è iniziato un incubo durato sei lunghi mesi. L’ha portata con sé in una stanza fredda, sporca, fatiscente. E l’ha chiusa dentro, con una grossa catena.

Non le permetteva di uscire, se non insieme a lui per fare la spesa. La picchiava, la minacciava di morte, la costringeva a cucinare, ad avere rapporti sessuali, a rovistare nell’immondizia per trovare qualcosa che potesse essere utile. La donna ha cercato più volte di ribellarsi, di urlare, di scappare, di chiedere aiuto a qualche passante.

Ma il suo aguzzino è sempre riuscito a bloccarla, a rintracciarla, a riportarla indietro, a chiuderla in quella stanza che, per lei, era diventata un carcere. Non la lasciava mai sola, nemmeno nei giorni scorsi, quando l’ha costretta a seguirlo in un supermercato. Lì, tra i banchi del negozio, approfittando di un momento di distrazione del suo aguzzino, la donna è riuscita ad avvicinare un addetto alla sicurezza. A raccontargli la sua storia, a denunciare la sua schiavitù.

L’arrivo degli agenti delle volanti mette fine al calvario della donna. I poliziotti bloccano il 39enne dietro i distributori automatici delle bevande, dove, inutilmente, aveva cercato di nascondersi.

(di Irene Famà/ANSA)

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