La Francia vieta i cellulari a scuola, passa la legge

Cellulari degli alunni lasciati su un banco
La Francia vieta i cellulari a scuola

PARIGI. – E’ un “segnale alla società” che il governo di Emmanuel Macron vuole inviare: basta con i ragazzini chini sullo schermo del cellulare anche a scuola, con i telefoni che spuntano sotto il banco o che diventano l’unica attività durante la ricreazione. I telefonini saranno banditi alle elementari e medie, “eccetto per gli usi pedagogici”. A votare il provvedimento immaginato dal ministro dell’Educazione, Jean-Michel Blanquer, sono stati i deputati della maggioranza più entrambi i partiti centristi (MoDem e Udi).

La legge prevede un “divieto effettivo” senza entrare nel dettaglio di come debba svolgersi il controllo della presenza di “apparecchi connessi”. Anche per questo, tutti gli altri partiti hanno denunciato una legge “inutile”, un “imbroglio”, una “pura operazione di pubblicità”. Di fatto, il provvedimento darà una reale legittimità agli insegnanti per agire, dal momento che in assenza di un regolamento interno sarà valevole comunque la legge dello Stato.

All’opposizione che ha parlato di norma “superflua”, Blanquer ha spiegato che nelle scuole c’è bisogno di “una base giuridica molto più solida” per operare in una situazione in cui il 93% degli under 17 è provvista di cellulare. Il divieto dei cellulari a scuola in Francia è un’idea che risale al 2010, quando il codice del provveditorato li bandì da “tutte le lezioni”.

La nuova legge prevede espressamente il diritto per il personale insegnante di “confiscare” i telefonini. L’opposizione dei Républicains (destra) aveva ribattuto che già adesso i prof sequestrano i cellulari ma lo spirito del legislatore è proprio di fornire a maestri e docenti una base legale per agire. Qualcuno, nella maggioranza, voleva andare oltre, proponendo anche una settimana all’anno per tutte le classi di Francia di insegnamento “senza schermi”, che sia computer, tv, tablet o altro.

Risparmiati dal ferreo divieto, invece, insegnanti e bidelli, nonostante qualche deputato Lrem abbia provato a coinvolgerli. Blanquer ha spiegato che un divieto totale dei telefonini non sarebbe auspicabile per evitare “effetti perversi” del progetto in termini di sicurezza.

Attualmente, circa la metà delle scuole francesi vietano già i cellulari agli studenti in forza del regolamento interno vigente, qualcuno soltanto in classe, altri istituti anche nel cortile in ricreazione. Frequenti, per i ragazzini, sono le ore di “punizione” (durante le quali devono restare a scuola invece di uscire con gli altri) per aver contravvenuto al divieto. La legge non prevede sanzioni, demandando ogni decisione in merito al personale insegnante.

In pratica, ai 10.000 giovanissimi studenti che all’inizio di settembre torneranno a scuola, si chiederà di tenere i telefoni spenti, in fondo alle cartelle. Soltanto poche scuole, infatti, sono attrezzate con gli armadietti negli ingressi, gli stessi usati, ormai da qualche anno, per i componenti del governo prima di entrare in Consiglio dei ministri. Più in generale, i ragazzi dovranno semplicemente evitare di farsi “beccare” con il cellulare dal prof. Il quale, sempre per legge, non ha il diritto di perquisire borse e cartelle.

(di Tullio Giannotti/ANSA)