Presidente Cei alla politica: “Non cavalchi rabbia e frustrazione”

Il presidente della Cei, card. Gualtero Bassetti. durante una conferenza.
Il presidente della Cei, card. Gualtero Bassetti. ANSA/CLAUDIO PERI

ROMA. – “Una svolta nella vita del paese per cominciare a lavorare insieme”. La chiede il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, guidando la “Veglia di preghiera per l’Italia” animata dalla Comunità di Sant’Egidio nella basilica di Santa Maria in Trastevere. “E’ eticamente doveroso – afferma – lavorare per il bene comune dell’Italia senza partigianeria, con carità e responsabilità, senza soffiare sul fuoco della frustrazione e della rabbia sociale”.

“Che tutte le forze politiche, gli operatori della comunicazione, i responsabili a qualunque titolo non badino all’interesse immediato e di parte! Si ricordino delle parole del profeta Osea: ‘E poiché hanno seminato vento/raccoglieranno tempesta’”, è l’appello del presidente del vescovi italiani.

Per Bassetti, “la conclusione di un periodo difficile, con la composizione di un nuovo governo, richiama tutti a un senso di responsabilità nelle parole e nei fatti, sempre tenendo conto del rispetto delle persone e del bene comune”. E’ “preoccupato” per “tanti mondi, specie le periferie delle nostre città, lacerati, in cui alla fatica quotidiana di vivere – e spesso è tanta! – si aggiungono nuovi conflitti e diffidenze”.

Per il presidente Cei, “c’è un tessuto umano da ritessere in questi angoli di mondo e in tutta la società civile italiana in nome della pace civile e sociale”. “Il mondo intero ha bisogno di un’Italia in pace, perché siamo tutti interdipendenti”, rimarca ancora. L’Italia “dà all’Europa, al Mediterraneo, al mondo un grande contributo di servizio alla pace, di cultura, di lavoro, di sviluppo”.

“Non possiamo mancare alle nostre responsabilità, che hanno reso il nostro Paese conosciuto e simpatico nel mondo intero – aggiunge -. C’è un’umanità italiana che non dobbiamo perdere o lasciar stravolgere da odi o razzismi, ma incrementare e trasmettere ai nostri figli”. Bassetti non manca di fare “i migliori auguri di buon lavoro al nuovo governo al servizio del bene comune del Paese”.

“Ma non possiamo dimenticare – prosegue – che c’è stato un clima di tensione e attimi di conflittualità che sono emersi dalle viscere profonde del Paese”. “Soprattutto su internet – stigmatizza -, il cui uso talvolta irresponsabile è da biasimare, ho visto montare una rabbia sociale persino contro la persona del presidente della Repubblica e la sua misurata e saggia azione di garanzia di tutti i concittadini”.

Il porporato, parlando di “patria”, sollecita attenzione per “coloro che l’hanno persa o che ne sono stati scacciati o l’hanno dovuta abbandonare”, e che “sanno bene quale valore essa abbia”. “Tanti rifugiati e profughi cercano una patria con un volto materno”, osserva. E sprona con forza i cattolici, “in un momento così serio della nostra storia”, a “non aver paura della politica”, a non “essere assenti o latitanti”, a non “disertare quel servizio al bene comune che è fare politica in democrazia”.

“Rischieremmo l’irrilevanza”, avverte. “L’auspicio della veglia è un periodo di pacificazione, unità, lavoro per il bene comune”, spiega il fondatore di Sant’Egidio, Andrea Riccardi. “Troppe tensioni inutili e troppa emotività – rileva -. Il Paese non regge, la gente sta male, ha bisogno di un clima positivo. Abbiamo bisogno di uscire da una campagna elettorale permanente come quella che stiamo vivendo e mi sembra che rischiamo ancora di vivere nei prossimi giorni”.

(di Fausto Gasparroni e Nina Fabrizio/ANSA)