Pd, Gentiloni e Veltroni in campo: “Ricostruire il progetto”

Veltroni con Gentiloni sul palco della 'Repubblica delle idee'.
Veltroni con Gentiloni dal palco della 'Repubblica delle idee'.

BOLOGNA. – Da una parte un’opposizione ‘di trincea’, che non faccia sconti, soprattutto, ai due principali azionisti del governo Conte: a Salvini sui migranti, a Di Maio sui dossier economici. Dall’altra, però, bisogna rifondare il Pd e “un centrosinistra di governo” ricominciando a parlare di valori, di progetti e di alleanze. Sono le priorità che uniscono l’ex premier Paolo Gentiloni, tornato in campo da ex premier, “senza giacca”, e Walter Veltroni dal palco della ‘Repubblica delle idee’.

Il Pd attende lo sviluppo degli eventi che passa anche per l’ormai ennesimo test elettorale, le comunali che torneranno a misurare la temperatura dopo l’elezione del governo. Poche le aspettative visto che tremano alcuni feudi storici, come Siena, Pisa e Imola, ma, visto il meccanismo maggioritario e visto che presumibilmente saranno ben pochi i sindaci che ce la faranno al primo turno, si attende soprattutto i ballottaggi del 24 giugno che potrebbero essere utili per fare un po’ di chiarezza nello scenario e anche sull’asse M5S-Lega.

Il Gentiloni “in camicia” (fino a che aveva incarichi istituzionali, spiega, si sentiva in dovere di presentarsi in maniera più elegante) invita alla mobilitazione “tutto l’arco della sinistra per ricostruire un progetto di alternativa di governo, prima o poi ne avremo bisogno, lavoriamoci presto, lavoriamoci insieme”.

L’invito all’inclusione dell’ex premier, che in controluce lascia leggere un richiamo ad una vasta alleanza di centrosinistra, è partito dal palco di ‘Repubblica delle Idee’, il festival organizzato fino a domenica a Bologna dal giornale diretto da Mario Calabresi e che al futuro della sinistra italiana sta dedicando grande attenzione.

E’ dallo stesso palco, ad esempio, che il primo segretario Walter Veltroni ha invitato il Pd ha essere aperto, a ritrovare “identità e radici”, facendo peraltro eco alle parole di Romano Prodi della sera precedente. Ma trovando sponda anche nell’attuale reggente Maurizio Martina che, dalla Sicilia per la campagna elettorale, ha invocato “una fase costituente, un nuovo impegno di apertura e coinvolgimento”.

Posizioni non proprio in linea con gli ultrà renziani che hanno reagito con un’alzata di spalla all’appello di Pier Luigi Bersani per un nuovo partito di centrosinistra che riunisca tutti. Nel frattempo, però, è cominciato anche il momento dell’opposizione dura e puntuale al nuovo governo e ai suoi provvedimenti più caratterizzanti. “Matteo Salvini non è solo indegno del suo ruolo, è disumano”, ha detto il presidente del Pd Matteo Orfini che ha visitato la tendopoli di San Ferdinando, in Calabria, dopo l’uccisione del bracciante e sindacalista Soumayla Sacko.

Sotto attacco anche i dossier economici. “Quando presenti un programma di Governo che si propone di spendere 120 miliardi di euro – ha detto Martina – devi anche dire come li copri. Se non dici come li copri poi non ti puoi lamentare che lo spread sale e i mercati non capiscono”. Anche Matteo Renzi, attacca via e-news con sfumature in realtà più attendiste: “Hanno promesso la luna: dopo tante parole, vedremo che cosa sapranno fare”.

(Di Leonardo Nesti/ANSA)

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