Trovata intesa sui sottosegretari, ora al via Commissioni

Luigi Di Maio in strada con un gruppo di assistenti.
Luigi Di Maio (ANSA)

ROMA. – M5s e Lega accelerano sul completamento della squadra del governo, dopo una impasse durata dieci giorni che ha bloccato anche i lavori del Parlamento: dopo un vertice di maggioranza non semplice si è trovata una intesa su viceministri e sottosegretari che sono stati nominati in un Consiglio dei ministri serale. L’aver riempito le caselle del governo (6 viceministri e 39 sottosegretari) consente ora di formare le Commissioni permanenti di Camera e Senato, e far partire l’attività legislativa.

Il vertice riunito dal premier Giuseppe Conte, ha fatto seguito ad uno dedicato ai temi economici in vista del voto delle Camere sul Def. Un tema complicato, quello della finanza pubblica, dopo che il ministro Giovanni Tria, domenica scorsa, ha posto una serie di paletti, e che ha visto Palazzo Chigi decidere di rinviare la grana. Si è chiuso invece il tira e molla sui sottosegretari, con un’accelerazione impressa anche per evitare che le frizioni tra M5s e Lega si incancrenissero.

All’ora di pranzo il quadro era pressoché completato, con una serie di scelte significative sul piano politico, ma anche con alcune esclusioni eccellenti. L’importante ruolo di viceministro dell’Economia – anche se le deleghe, spiega Fraccaro al termine del Cdm, arriveranno solo in un secondo momento, forse giovedì – dovrebbe essere ricoperto da Laura Castelli, appena 31 anni ma alla seconda legislatura, con alle spalle cinque anni in Commissione Bilancio della Camera. Sempre al Mef viene indicato l’altro pentastellato Alessio Villarosa e l’esperto leghista Massimo Garavaglia.

Tali scelte hanno portato all’esclusione di Stefano Buffagni, bocconiano vicino a Casaleggio, che aspirava alla delega alle partecipate ed ha rifiutato il posto in un altro ministero: “Non ho accettato alcuna mediazione – si è sfogato in Transatlantico – io sono venuto qui per cambiare il Paese”. L’esclusione di Buffagni non sembra sia legata al suo scetticismo sulla nomina di Massimo Sarmi – proposto dalla Lega – a capo di Cdp. Sono invece ragioni interne e ciò comporta ora il rischio che il caso Buffagni inneschi un’opposizione interna, sui temi economici, nel gruppo parlamentare del Movimento.

La Lega dovrebbe invece avere la presidenza del Cipe, affidata al sottosegretario alla presidenza Giancarlo Giorgetti. Il premier Conte terrà invece per sé la delega ai Servizi. Un’altra delega importante, quella alle Telecomunicazioni, che fa capo al ministero dello Sviluppo, dovrebbe essere mantenuta dallo stesso ministro, cioè Luigi Di Maio, e non da un sottosegretario, come nelle passate legislature.

La delega all’editoria è anche destinata al M5S, con le quotazioni di Primo Di Nicola che, nelle ultime ore, sembrano in rapido calo a favore di Vito Crimi. Domani verranno eletti dalla Camera anche un questore e un vicepresidente, dopo la nomina di Riccardo Fraccaro e Lorenzo Fontana a ministri. Al posto del primo andrà Federico D’Incà, (M5s) mentre per la seconda casella in pole position c’è Raffaele Volpi (Lega) anche se il Carroccio ha accarezzato l’idea di offrirla a Fabio Rampelli, capogruppo di Fdi, per rafforzare la vicinanza del partito della Meloni al governo, pur non stando nella maggioranza. Fdi punta però a una delle due Commissioni di garanzia che spettano all’opposizione, Copasir e Vigilanza Rai, specie la seconda, che è nel mirino pure di Fi.

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