Mondiali Russia 2018: Argentina verso l’esordio, ma senza Higuain

Higuain festeggia un gol con la maglia dell'Argentina.
Argentina verso l’esordio, ma senza Higuain. (Photo by Jim Rogash/Getty Images)

ROMA. – Un bagno di folla annunciato. Foto, selfie, valanghe di autografi – molti su cimeli barcelonisti – una popolarità senza limiti e confini. Leo Messi, il ‘Kun’ Aguero, Angel Di Maria, il ‘Pipita’ Higuain sfidano sul campo d’allenamento a Bronnitsy, cittadina della Russia centrale, che sorge a una cinquantina di chilometri da Mosca, fra applausi e urla di una folla impazzita.

Una passerella in piena regola, rigenerante, per i vicecampioni del mondo del 2014 in Brasile, che sono tra i favoriti quantomeno per un posto nella finale del 15 luglio. Prima, però, bisognerà superare una serie di ostacoli, il primo dei quali sabato è rappresentato dall’Islanda, una delle mine vaganti del Mondiale, come lo fue due anni addietro in Francia dell’Europeo.

Il ct Jorge Sampaoli, cappellino d’ordinanza, si coccola il nuovo arrivato Enzo Perez, centrocampista del River Plate, chiamato a sostituire Manuel Lanzini, che si è rotto il crociato prima della partenza per l’avventura iridata. Una tegola molto pesante sulla ‘Seleccion’ che è arrivata in Russia fra mille sofferenze.

“Sono contento di essere qui a giocarmi la seconda opportunità in una fase finale della Coppa del mondo, dopo quella di quattro anni fa in Brasile, anche se a nessuno piace entrare a far parte della rosa dei convocati per sostituire un compagno che si è infortunato. Come sto? Bene, bene – le parole di Parez – anche se ero già in vacanza e ho dovuto riprendere rimettermi in carreggiata. Nell’ultima settimana ho accelerato per essere in buona condizione e mettermi a disposizione del ct”.

Intanto filtrano le prime indicazioni sullo schieramento che Sampaoli opporrà all’Islanda sabato. Il milanista Biglia prenderà il comando delle operazioni nella zona centrale del campo, almeno inizialmente non dovrebbero essere della partita sia Dybala che Higuain, preferito all’ultimo momento all’interista Icardi.

L’Argentina, sotto certi aspetti, è un cantiere aperto, un gruppo di talenti che Sampaoli avrà il compito arduo di trasformare in squadra. Perché solo così si firmano le grandi imprese, come quella che quasi riuscì in Brasile a Messi e compagni, battuti solo da un gol del tedesco Mario Gotze nei supplementari al Maracanà. Ma quella è un’altra storia.

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