“Ucciso come un animale”, ira della madre contro poliziotto

Santiago Tomala fratello di Jefferson Tomala consola la compagna di Jefferson Nataly Giorgio Tomalà Chavez
Santiago Tomala fratello di Jefferson Tomala consola la compagna di Jefferson Nataly Giorgio Tomalà Chavez madre da 2 mesi, durante una conferenza stampa nello studio degli avvocati Maurizio e Andrea Tonnarelli. ANSA/LUCA ZENNARO

GENOVA. – Ucciso “come un animale” da un agente “impreparato, incompetente e indegno di indossare la divisa”. E’ lo sfogo di Lourdes, la madre di Jefferson Tomalà, l’ecuadoriano di 21 anni ucciso da un poliziotto domenica in casa dopo che aveva aggredito un agente con un coltello. E’ avvenuto mentre si preparava un trattamento sanitario obbligatorio. La donna si dice però “contenta che il poliziotto ferito dal figlio stia meglio” e spera che “Dio perdoni il suo collega che ha ucciso Jefferson”.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini difende l’agente: “Non solo da ministro, ma da cittadino italiano e da papà sarò vicino in ogni modo possibile a questo poliziotto che ha fatto solo il suo dovere salvando la vita a un collega”. Il ministro ha lanciato l’ hashtag #iostoconchicidifende.

Il capo della Polizia Franco Gabrielli che ha fatto visita al poliziotto ferito e ancora ricoverato annuncia che presto i poliziotti avranno in dotazione il taser “così potranno agire in ulteriori condizioni di sicurezza e potranno non arrecare danno eccessivo alle persone in certi interventi”.

La famiglia di Jefferson punta il dito contro le forze dell’ordine anche alla luce del primo esame eseguito dal medico legale incaricato dalla procura di Genova. Secondo i primi risultati, il giovane sarebbe stato colpito con almeno cinque colpi di pistola, tutti al torace.

I familiari, nello studio dei legali Andrea e Maurizio Tonnarelli, hanno raccontato la loro versione dei fatti. La donna ha detto di avere chiamato domenica pomeriggio il 112 e di essere stata messa in contatto con il 118. I medici, visto che la donna aveva riferito del figlio agitato, armato di un coltello e di una situazione ingestibile, hanno inviato le pattuglie della polizia e personale medico.

“Avevo paura che si facesse male. Ma io non temevo per me, lui era un bravissimo ragazzo. Io chiedo giustizia. Mio figlio ha aggredito gli agenti perché gli hanno spruzzato in faccia il peperoncino. Spero che quell’agente si penta”, ha detto la donna. Accanto alla madre anche il fratello di Jefferson, Santiago, che era in casa con il fratello domenica pomeriggio.

“Si sentiva provocato – ha spiegato -. C’era un poliziotto che si toccava la pistola e si metteva e toglieva i guanti. Lui diceva loro di andarsene, di non toccarlo e che voleva vedere solo la sua compagna e la bambina. Poi mi hanno fatto uscire e non so cosa sia successo. Abbiamo sentito urlare più volte ‘No, no’ e poi abbiamo sentito i colpi di pistola”. Saranno adesso gli agenti, che nelle prossime ore verranno sentiti dal magistrato e dagli uomini della squadra mobile, a dire cosa è accaduto.

(di Laura Nicastro/ANSA)