Milanesi i più produttivi d’Italia, Brindisi batte Roma

Il centro commerciale di Arese, persone che fanno spese.
Il centro commerciale di Arese. (LaPresse - Belen Sivori)

ROMA. – E’ Milano la città più operosa d’Italia: il capoluogo lombardo risulta infatti al primo posto sia per valore aggiunto prodotto dalle imprese sia per produttività del lavoro nella classifica Istat stilata dal nuovo Rapporto sui risultati economici delle imprese a livello territoriale.

Nella graduatoria tra capoluoghi sulla produttività apparente del lavoro, il valore medio di Milano con 70mila euro supera di una volta e mezzo la media italiana (fatto 100 il numero base Italia, l’indice di Milano è 154,9). Seguono Bolzano (68,9 mila euro), Siena e Brindisi, unico comune del Mezzogiorno ai primi posti (58,2 mila euro per addetto). Roma è quinta (57,1 mila euro per addetto). Poi Monza, Parma, Bologna, Cremona, Genova, Verona, Firenze, Pisa, Frosinone, Modena, Torino, Venezia, Reggio nell’Emilia, Trento, Lodi.

Nella top 20 dei capoluogo, le città sono comunque tutte sopra la media nazionale che è di 45.544 euro per addetto. Sotto i comuni capoluogo del Sud e delle Isole e alcuni del centro come Fermo, Rieti, Viterbo, Grosseto, Prato, Macerata, Pistoia e al Nord città come Rimini e Aosta.

I dati risalgono al 2015 ma scattano una fotografia dettagliata e analitica del tessuto imprenditoriale e produttivo, ed anche di tutte le sue differenziazioni e contrasti anche all’interno delle stesse regioni o aree produttive. Capita così per esempio, che aldilà della tendenza generale, in una regione come la Calabria che ha un valore aggiunto medio per addetto di poco più di 28 mila euro, ci sia Scandale (Crotone), dove il valore è di circa 144 mila euro per addetto grazie alla performance delle imprese e unità locali del settore industriale.

La Capitale rincorre invece Milano per quanto riguarda il contributo al valore aggiunto nazionale dell’industria e dei servizi non finanziari: dopo Milano con oltre 52 miliardi di euro (7,3% del totale), infatti c’è proprio Roma con 51,8 miliardi (7,2%) e a una certa distanza si collocano Torino, Genova e Napoli, (2,1%, 1,5% e 1,3% del valore aggiunto italiano).

Tutte le prime 20 posizioni della graduatoria in termini di valore aggiunto sono occupate da capoluogo. Il contributo al valore aggiunto totale dei soli comuni capoluogo rappresenta poco più del 40%. Nel complesso, i primi cinque comuni della graduatoria, nei quali sono localizzate il 14,1% delle unità locali, concorrono alla formazione della ricchezza nazionale per una quota del 19,5%.

Le ultime posizioni, invece, sono occupate prevalentemente da comuni del Mezzogiorno, in particolare della Sardegna (con sette capoluoghi negli ultimi sette posti). Il Centro è rappresentato in fondo alla graduatoria dai capoluoghi di Fermo e Rieti.

(di Monica Paternesi/ANSA)

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