Il Papa ai giovani: “No a mediocrità, vivere non vivacchiare”

Vaticano: Papa Francesco tra i giovani, in primo piano un palloncino con la scritta "Viva Papa Francesco"
Papa Francesco tra i giovani. (Archivio)

CITTA’ DEL VATICANO. – Prima d’iniziare l’udienza generale, ha portato con sé sul sagrato di San Pietro 10 ragazzini con berretto giallo della parrocchia di Ponsacco (Pisa), tenendoseli poi accanto per tutta la catechesi: la prima di un nuovo ciclo sui Comandamenti, dedicata in particolare al desiderio di vita piena, che il Papa ha rivolto soprattutto ai giovani.

“Vivere per davvero, vivere un’esistenza nobile… Quanti giovani cercano di ‘vivere’ e poi si distruggono andando dietro a cose effimere”, ha affermato. “Alcuni pensano che sia meglio spegnere questo impulso – l’impulso di vivere – perché pericoloso”, ha proseguito.

“Vorrei dire, specialmente ai giovani: il nostro peggior nemico non sono i problemi concreti, per quanto seri e drammatici: il pericolo più grande della vita è un cattivo spirito di adattamento che non è mitezza o umiltà, ma mediocrità, pusillanimità”, ha avvertito.

“Un giovane mediocre è un giovane con futuro o no? No! Rimane lì, non cresce, non avrà successo – ha interloquito ‘a braccio’ con i 15 mila fedeli presenti -. La mediocrità o la pusillanimità. Quei giovani che hanno paura di tutto: ‘No, io sono così…’. Questi giovani non andranno avanti. Mitezza, forza e niente pusillanimità, niente mediocrità”.

Francesco ha ricordato che “il beato Pier Giorgio Frassati – che era un giovane – diceva che ‘bisogna vivere, non vivacchiare’. I mediocri vivacchiano. Vivere con la forza della vita”. E ha sollecitato: “bisogna chiedere al Padre celeste per i giovani di oggi il dono della sana inquietudine”.

“Ma, a casa, nelle vostre case, in ogni famiglia, quando si vede un giovane che è seduto tutta la giornata, a volte mamma e papà pensano: ‘Ma questo è malato, ha qualcosa’, e lo portano dal medico”, ha detto. Per il Papa, “la vita del giovane è andare avanti, essere inquieto, la sana inquietudine, la capacità di non accontentarsi di una vita senza bellezza, senza colore. Se i giovani non saranno affamati di vita autentica, mi domando, dove andrà l’umanità? Dove andrà l’umanità con giovani quieti e non inquieti?”.

Nel prosieguo, Francesco ha anche chiesto: “Come potranno i giovani seguirci nella fede se non ci vedono scegliere l’originale, se ci vedono assuefatti alle mezze misure? È brutto trovare cristiani di mezza misura, cristiani – mi permetto la parola – ‘nani’; crescono fino ad una certa statura e poi no; cristiani con il cuore rimpicciolito, chiuso. È brutto trovare questo”.

“Ci vuole l’esempio di qualcuno che mi invita a un ‘oltre’, a un ‘di più’, a crescere un po’. Sant’Ignazio lo chiamava il ‘magis’, ‘il fuoco, il fervore dell’azione, che scuote gli assonnati'”, ha aggiunto. Insomma, “dobbiamo scrutare l’ordinario per aprirci allo straordinario”.

Al termine, l’appello di Bergoglio per i Campionati Mondiali di Calcio che si aprono domani in Russia. “Desidero inviare il mio cordiale saluto ai giocatori e agli organizzatori, come pure a quanti seguiranno tramite i mezzi di comunicazione sociale questo evento che supera ogni frontiera – ha scandito -. Possa questa importante manifestazione sportiva diventare occasione di incontro, di dialogo e di fraternità tra culture e religioni diverse, favorendo la solidarietà e la pace tra le nazioni”.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)

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